Sfratto in vista a Terracina per sei famiglie disagiate alloggiate presso immobili privati. Le abitazioni in questione, insieme ad altre per oltre 70 unità, erano state locate, nel 1997, dal Comune al fine di far fronte all’esigenza abitativa scaturita dalla carenza di alloggi Erp. Ma molto è cambiato da allora. La vicenda viene ricostruita in un atto deliberativo del commissario straordinario dell’ente municipale Erminia Ocello, assunto con i poteri di giunta, che definisce indirizzi nella materia degli immobili acquisiti sul mercato privato.
La storia
A distanza di dieci anni dall’assegnazione ai soggetti in stato di bisogno, il Comune approvò un indirizzo in forza del quale l’ente non potesse più stipulare contratti di locazione, in quanto in stato di insolvenza. Attesa la difficoltà di liberare gli immobili, l’esecutivo ad aprile 2011 corrispose un contributo economico agli assegnatari al fine di incentivare il rilascio degli immobili. La situazione si complicò con la dichiarazione di dissesto finanziario del settembre dello stesso anno che imposte il contenimento delle spese di locazione passive e la risoluzione dei contratti ritenuti non indispensabili. I contratti furono quasi tutti risolti bonariamente, ad eccezione di sei. Allo stato attuale sono infatti sei gli alloggi non ancora liberati, uno dei quali per altro occupato da persone non assegnatarie.
L’inchiesta della Corte dei conti
Oggi, a seguito di istruttoria disposta dalla Procura regionale della Corte dei conti avente ad oggetto le attività amministrative connesse con gli alloggi destinati a famiglie bisognose per la quale è stato attivato un procedimento penale, il Comune rappresentato dal commissario Ocello ha inteso chiudere la questione ricorrendo a strumenti ex lege fornendo agli uffici competenti indirizzi operativi.
La delibera di Ocello
Con delibera numero 26 del 25 febbraio 2016, pubblicata oggi all’albo pretorio, Ocello ha stabilito che i contratti di locazione stipulati debbano essere considerati risolti atteso che il rinnovo tacito, in considerazione della natura di ente pubblico di una delle parti, non può trovare applicazione. “La volontà della pubblica amministrazione – viene precisato nell’atto deliberativo – non può mai desumersi implicitamente da fatti o atti concludenti, dovendo essere manifestata nelle forme di legge, tra le quali rientra l’atto scritto ad substantiam”. L’indirizzo fornito dal commissario straordinario agli uffici preposti è quello di non procedere al pagamento degli oneri economici connessi con i rapporti di locazione ex lege scaduti, i cui immobili oggetto dei medesimi contratti risultino ancora, a qualsiasi titolo, occupati e di assegnare ai proprietari un tempo entro il quale comunicare all’ente la volontà di procedere allo sfratto esecutivo. Demandata infine all’Avvocatura comunale, allorché in proprietario non dimostri di aver iniziato l’azione di sfratto esecutivo, l’attivazione dell’azione ordinaria di condanna al rilascio di immobile.