È stato arrestato un cittadino indiano accusato di essere il “caporale” dell’imprenditore di Terracina Alessandro Gargiulo, già finito in manette per caporalato e sfruttamento del lavoro, aggravato dall’uso dell’arma. La polizia di Terracina ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice del tribunale di Latina, Giuseppe Cario. E dalle indagini emergono particolari da brividi.
I lavoratori sfruttati sarebbero stati controllati e minacciati anche quando rallentavano il ritmo di lavoro, quando erano stanchi. Hansra Balwant Singh, indiano di 36 anni, difeso dall’avvocato Coronella, secondo la denuncia delle vittime, sarebbe stato spietato e avrebbe minacciato di riferire al Gargiulo momenti di rilassamento. L’imprenditore per questo avrebbe detratto denaro dalla busta paga. Anche 100 o 200 euro al mese ad ogni lavoratore.
Non avrebbe avuto compiti di manodopera, ma solo di controllo e avrebbe anche aiutato Gargiulo a nascondere il fucile con il quale aveva sparato contro i braccianti un intero caricatore.
Le minacce e i modi per tenere i lavoratori sotto scacco e per portarli al silenzio e all’obbedienza non sarebbero finiti qui. Gargiulo avrebbe detto ai braccianti che conosceva alcuni carabinieri e che se lo avessero denunciato non ci sarebbe stato nessun controllo.
Dopo gli spari però i cittadini indiani avevano temuto per la loro vita e avevano finalmente deciso di raccontare tutto alle forze dell’ordine. I lavoratori hanno spiegato che sarebbero stati sfruttati a causa della loro vulnerabilità, perché clandestini sul territorio italiano.
Di essere stati costretti ad accettare condizioni di lavoro degradanti, la mancanza di servizi igienici. Avrebbero dormito tutti ammassati in una stanza vicina al luogo di lavoro, pagando anche 112 euro di affitto al mese.
Uno dei lavoratori ha riferito anche di un’aggressione avvenuta il 30 settembre scorso: Gargiulo l’avrebbe minacciato con un bastone. Sull’episodio ci sarebbe anche un video che ritrae l’indagato con il bastone in mano.
Sempre alla polizia hanno raccontato l’episodio degli spari, che avrebbe trovato conferma degli accertamenti. Gargiulo cercava un ragazzo indiano e sotto la minaccia del fucile chiedeva agli altri dove fosse. In quella occasione avrebbe sparato un colpo in aria. Poi sarebbe tornato la sera e poiché il giovane sarebbe rimasto dentro l’abitazione di fortuna avrebbe sparato 12 colpi finendo le munizioni. A terra gli investigatori hanno trovato 5 bossoli calibro 12 sul luogo in cui si sarebbero verificati i fatti.
Il lavoro avveniva sotto costante minaccia, anche del fucile. “Lavorate forza muovetevi veloci”, veniva urlato loro e in un’occasione alle parole sarebbero seguiti due colpi.
La loro paga era di 4,40 euro l’ora per 10 ore al giorno, 7 giorni su 7, oltre a detrazioni arbitrarie dalla busta paga.
L’avvocato Coronella intanto domani, 24 ottobre, discuterà il ricorso al tribunale del Riesame per Gargiulo, chiedendo la sua scarcerazione.