Un racconto sospeso tra il senso di appartenenza mai ricreato nella terra d’adozione degli avi e il senso di sradicamento prodotto dalla distanza siderale, culturale e idiologica, con la terra di origine. Continua il ciclo di presentazioni sempre molto partecipate del libro di Carla Zanchetta “Terra Pontina – Podere 599”, edito da Atlantide, che sabato 2 dicembre alle 18:00 farà tappa ad Aprilia presso il Caffè Culturale di via Grassi. A parlarne insieme all’autrice saranno la giornalista Francesca Cavallin, che come la giovane protagonista del libro ha origini trevigiane, discendente di una famiglia colonica veneta, e l’editore Dario Petti. Un romanzo destinato a suscitare curiosità anche ad Aprilia città nata anch’essa con la bonifica e la colonizzazione, non sono pochi oggi i discendenti di quella storia che destò l’attenzione dei media internazionali. Il romanzo della Zanchetta però non è di tipo storico-politico bensì una narrazione dei sentimenti che caratterizzarono i primi abitanti delle città nuove costretti ad abbandonare la terra natìa per ricostruire legami sociali in un contesto nuovo e sconosciuto, affrontando generazione dopo generazione i mutamenti del tempo tra nostalgia e radicamento.
Nella sinossi del libro si legge:
“I Lorenzin, la famiglia numerosa di Giocondo e Maria, vivono nel trevigiano con un contratto di lavoro a mezzadria, oppressi ogni anno dal timore che il padrone non lo rinnovi. Pur lavorando duramente, vivono in condizioni miserabili e quando vengono a conoscenza della possibilità di trasferirsi in Piscinara, nell’Agro Pontino, decidono di lasciare la loro terra di origine in cerca di miglior fortuna.
Sarà la nipote Ester, molti anni dopo, a compiere un faticoso lavoro per superare la crisi di identità che le aveva causato l’aver interiorizzato così tanto la lacerazione dei nonni e dei genitori, seguita al loro arrivo in Agro Pontino. Saprà, così, far fiorire un senso più maturo di appartenenza, donandosi una memoria fatta d’amore per questa originale terra, ponte di passaggio, luogo di incontri nuovi e nuove opportunità. Ester si farà custode di un prezioso passato convincendosi a lasciare aperta la porta al futuro, dove spira un vento che sa di fresco. Un romanzo scritto dall’interno di un podere che ci conduce in una accattivante «passeggiata» negli animi dei coloni”.
Carla Zanchetta è nata a Latina nel 1960. Discendente di coloni veneti, ha vissuto in un podere nella campagna di Borgo Podgora (Latina) sino al matrimonio. Oggi vive a Borgo Bainsizza, sempre vicino alla terra. Lavora da oltre trenta anni come collaboratrice scolastica. Nel suo racconto si ritrovano decenni di narrazioni e memorie familiari trasmesse nel chiuso del podere soprattutto da sua nonna Maria.