“La storia delle Terme di Fogliano è la cronologia di un fallimento politico, economico e territoriale che si è protratto per 60 anni, durante i quali gli interessi privati immobiliari e gli intoppi burocratici hanno avuto il sopravvento su un’idea di sviluppo del territorio del valore inestimabile. Il fallimento delle Terme, purtroppo, si cala alla perfezione nel mancato sviluppo della Marina di Latina e del suo litorale”. Così la consigliera comunale di Latina Matilde Celentano, presidente della commissione Trasparenza, interviene sullo spinoso argomento già oggetto, l’estate scorsa, di un’interrogazione regionale a cinque stelle, e soprattutto dei fallimenti di Condotte e della società Terme di Fogliano, partecipata dal Comune di Latina all’85%.
“Anche se è un fardello ereditato dalle precedenti amministrazione – dichiara la consigliera di opposizione – l’amministrazione comunale non può esimersi da non prendere posizione”.
Il Comune ha presentato reclamo in Appello contro la dichiarazione di fallimento della propria partecipata innescato dalla richiesta di Condotte che, navigando in brutte acque, ha vantato un credito di 9 milioni di euro in suo favore. Ma per la consigliera non è solo questo il punto, la questione tecnico-giuridica. Celentano si chiede qual è la progettualità rispetto alla grande risorsa delle terme. Perché le terme e il suo potenziale indotto rappresentano “un’idea di sviluppo del territorio dal valore inestimabile”, da difendere senza se e senza ma.
In un comunicato stampa, la presidente della commissione Trasparenza ricorda che le università di Roma e di Milano hanno attestato che l’acqua di Fogliano è “microbiologicamente pura”. “Acque salso-bromo-iodiche che sgorgano ad alta pressione in condizioni di ipertermia a 57 gradi – spiega -. Ottime per curare problemi della pelle, delle mucose e problemi respiratori. Hanno inoltre una azione antiedemigena per chi soffre di problemi di circolazione e antinfiammatoria per i problemi artrosici”.
“Fu costruito in merito, con la collaborazione dell’Università di Roma, un protocollo sanitario – aggiunge la consigliera – e un progetto di stabilimento termale presentato alla Regione Lazio. Il progetto era cantierabile e l’Ente decise di stanziare 19 miliardi di lire fino al coinvolgimento da parte del Comune della Società Condotte e da lì, però, iniziarono i primi ostacoli. Fino all’ultimo colpo di scena, dal riconoscimento del credito di Condotte, al decreto ingiuntivo sparito dal Comune, adesso se si vorrà tornare in possesso del terreno bisognerà fare i conti con un curatore”.
“Mi aspetto che il primo Sindaco medico di Latina – conclude – , prenda posizione e riconosca almeno il valore sanitario e clinico delle Terme e non lasci anche lui che tutto scivoli via nell’ignavia e nella sciatteria”.