Dopo la sconfitta umbra il Partito democratico ha bisogno di tornare a fare politica tra la gente se non vuole morire schiacciato nella dimensione governativa. E’ quanto affermano i Giovani democratici di Latina che lanciano una proposta “rivoluzionaria”: “Torniamo a
rianimare il Partito nei vari borghi e quartieri della nostra città dove siamo assenti da anni”.
“In varie occasioni, senza polemica alcuna – spiegano i giovani dem -, abbiamo sottolineato
l’importanza di uscire dalla dimensione del governo (che sia locale o nazionale) come unica prospettiva politica. La nostra efficacia politica non può infatti misurarsi esclusivamente con
l’operato all’interno delle istituzioni, pur giusto: abbiamo oggi più che mai bisogno di un lento lavoro di politicizzazione, di rafforzamento e costruzione di legami sociali di solidarietà che contrastino odio e pericolose derive all’interno del tessuto in cui operiamo”.
Per rianimare il Partito democratico, secondo i giovani dem, serve un’attività politica “che risulti utile, ben connotata, intesa come azione nel sociale”.
“L’alternativa si chiama subalternità a chi continuerà a dettare agenda e ritmi del dibattito pubblico, inquinandolo con messaggi d’odio e facendo leva su paure e sofferenze, che ci sono e che spesso facciamo finta di conoscere, ma ignoriamo”, affermano i Giovani democratici di Latina.
“Spesso nel nostro Partito – aggiungono – dilaga una dialettica tutta interna, poco funzionale a comprendere quanto nella società si muove e ad essere compresa. Ci si chiede come, dinanzi a queste premesse, non si dia meritato peso all’analisi e all’elaborazione.
Quali e quanti sono i luoghi e le occasioni in cui si produce pensiero?”
I giovani democratici di Latina stanno stilando un calendario che li vedrà impegnati,
durante le domeniche, ogni volta in zone differenti della città.
“Contatteremo, a seconda dei territori, quante più persone per chiedere un
aiuto, un contributo, una mano nell’organizzazione. Cercheremo, nel nostro piccolo e con l’aiuto di tutti coloro che lo vorranno, di rianimare una comunità che c’è, esiste, che va ascoltata e organizzata. Ci rivolgiamo – concludono – senza distinzioni a dirigenti, ai tanti delusi e disillusi tra ex iscritti, iscritti e simpatizzanti, contattateci: organizziamoci!”