Guerra aperta delle associazioni dei consumatori contro in mancato rispetto di norme e disposizioni che avrebbero potuto tutelare maggiormente i cittadini dalle conseguenze del contratto stipulato tra il Comune di Latina e la società Ipogeo che gestisce il cimitero del capoluogo dal 2009. Dell’argomento si è interessata la commissione Trasparenza, presieduta da Nicoletta Zuliani. Nella seduta di giovedì scorso l’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore Emilio Ranieri e dal dirigente Nunzia Lanzillotta, ha sostenuto che la famigerata tassa sul morto introdotta dal regolamento di gestione va pagata anche per le sepolture precedenti al 2009 e che ogni eventuale modifica degli accordi sottoscritti andrebbero compensati sul piano degli equilibri finanziari. Insomma, secondo il Comune, l’ente dovrebbe garantire a Ipogeo un equiparabile giro di affari. Una tesi che non è piaciuta affatto alle associazioni Codacons, Federconsumatori e Codici. Ieri le prime due hanno diffidato Ipogeo, con nota indirizzata anche al Comune, affinché ponga in essere quanto disposto dalla legge Finanziaria del 2007 che ha previsto che per i servizi pubblici fosse istituita una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi medesimi tra ente locale, gestori dei servizi ed associazioni dei consumatori nella quale si desse conto dei reclami, nonché delle proposte ed osservazioni pervenute a ciascuno dei soggetti partecipanti da parte dei cittadini. Oggi a rilanciare è Codici.
Il presidente di Codici Latina Antonio Bottoni quanto disposto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, con la deliberazione 577 del 18 maggio 2016. Di che si tratta? Secondo detto provvedimento, non solo il “rischio operativo deve rimanere in carico al concessionario” ma il Comune, in qualità di stazione appaltante, “deve prestare attenzione ad una corretta allocazione dei rischi tra privato e amministrazione in modo da evitare il trasferimento del rischio in capo al concessionario sul concedente”.
Ciò significa – spiega Bottoni – che il Comune di Latina, nel rispetto dei contenuti contrattuali, peraltro “non troppo chiari” a giudizio di Codici, sin dal periodo immediatamente successivo all’emanazione del provvedimento dell’Anac doveva (ma nel nostro caso è meglio dire “avrebbe dovuto”) effettuare, una attenta valutazione, finalizzata a verificare se “eventuali modifiche legate all’applicazione del pagamento del contributo di mantenimento, posto a carico degli assegnatari delle sepolture …, possa apportare modifiche sostanziali tali da stravolgere le condizioni poste a base di gara”.
Secondo Bottoni, quindi, verrebbe superato in questo modo anche l’ostacolo temporale fatto presente giovedì scorso in commissione quando l’amministrazione ha sostenuto che contro il contratto e contro il regolamento ci si sarebbe dovuti appellare in sede di giustizia amministrativa illo tempore perché oggi non è più possibile.
Bottoni attacca: “Il Comune, oltre a non aver effettuato alcun tipo di valutazione del genere (il riferimento è a quanto disposto dall’Anac il 18 maggio 2016, ndr), ha chiaramente lasciato intendere di non voler apportare nessuna modificazione al contratto, per il timore di eventuali contenziosi con il gestore del cimitero, sebbene sia la stessa Autorità Anticorruzione a consentire non solo la valutazione, ma anche la eventuale modifica delle specifiche condizioni contrattuali, ove ne ricorrano i presupposti”.
Codici in una nota stampa sottolinea che l’articolo 40 del Codice Penale, dispone che “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”, per cui potrebbe configurarsi, in capo ai dirigenti ed amministratori comunali un reato omissivo.
L’associazione “Centro per i diritti del cittadino” preannuncia un’altra diffida al Comune di Latina, ad adempiere a quanto deliberato dall’Anac, e, qualora ciò non venga effettuato, procederà a tutelare i diritti dei cittadini di Latina in ogni sede.
“Non è accettabile – afferma Bottoni – che oggi il Comune assuma l’atteggiamento del ‘tanto paga pantalone’, visto che ‘pantalone’ sono i cittadini amministrati”.
Codici, pertanto, invita coloro che ne avessero la necessità a rivolgersi ai suoi consulenti legali per avere delucidazioni ed eventuale assistenza in merito a possibili contenziosi.
Concludendo Bottoni precisa che il mancato adempimento alla disposizione Anac è sotto gli occhi di tutti se si confronta l’esito della commissione Trasparenza di giovedì scorso con quanto previsto nel programma elettorale di Lbc a proposito dell’emergenza cimitero: ““Latina Bene Comune procederà alla verifica degli adempimenti contrattuali stipulati, con eventuale revoca della gestione per le vistose inadempienze riscontrate direttamente dai cittadini. In caso di contenzioso in Tribunale con l’attuale gestore verranno citati per danni erariali gli amministratori del Comune che hanno provocato la situazione attuale”. Per Bottoni questo sarebbe stato fattibilissimo mentre ora l’amministrazione targata Lbc si sarebbe clamorosamente arresa difronte a Ipogeo.