Nuova polemica sul trasporto pubblico locale di Latina. Questa volta ad esasperare gli animi degli utenti è il servizio di collegamento città-mare. E’ pacifico che le condizioni metereologiche finora non hanno favorito né l’elioterapia né la balneazione, ma è pur vero che con la riduzione degli impegni di studio in conseguenza della conclusione dell’anno scolastico sono tanti i ragazzi che tutti i giorni si spostano dal centro urbano al lungomare.
L’amministrazione comunale ha preannunciato una piccola rivoluzione, da concretizzarsi intorno alla metà di giugno, con corse non più circolari ma su direttrici di andata e di ritorno, con rispettivi capolinea in piazza del Popolo e in tre diversi punti della Marina: Rio Martino, Capoportiere e Foceverde. Al vaglio l’ipotesi di un quarto capolinea in via Casilina.
Ma allora, dove sta il problema?
In questi giorni di ritrovato caldo e voglia di mare, il servizio è affidato alla normale corsa della linea Sabotino e della linea F, con minibus. I mezzi risultano affollati e in alcuni casi si sarebbe verificato anche l’indisponibilità del servizio alle ore 16, verso il centro città, con la conseguenza che intere comitive di ragazzi sono rimasti a piedi.
In tali condizioni di disagio, gli utenti del mezzo pubblico segnalano che fino allo scorso anno, a partire dal primo giugno venivano attivate le linee 1 e 2 Mare e che dal primo di luglio arrivava il potenziamento del servizio con le linee 3,4 e 5 Mare. Cittadini bene informati sul funzionamento del Tpl, tanto da affermare che la mancata attivazione di un servizio provvisorio, in attesa della piccola rivoluzione preannunciata dall’amministrazione comunale, risulta difficile da capire.
La ditta vincitrice, lo scorso anno, della gara d’appalto ha presentato nella sua offerta 272.192 chilometri in più rispetto a quelli a disposizione del vecchio gestore. Motivo per cui non sarebbe stato arduo per l’amministrazione comunale “pretendere” il servizio per il mare in coincidenza con l’avvio della stagione balneare. Come a dire che la piccola rivoluzione avrebbe dovuto essere programmata per tempo, senza ridurre le possibilità di trasporto nei primi quindici giorni della bella, quanto breve, stagione. E se, come è successo ancora una volta, si è andati lunghi, l’amministrazione avrebbe potuto provvedere con le “circolari” aspettando il nuovo sistema di direttrici di andate e ritorno e istituzioni di capolinea.