Ha testimoniato questa mattina, davanti al collegio del tribunale di Latina nel processo Alba Pontina, Roberto Toselli. Il ragazzo ha risposto alle domande dei pubblici ministeri Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro, e poi a quelle degli avvocati degli imputati.
Per tutto il tempo è rimasto coperto alla vista di chi era in aula dagli agenti della polizia penitenziaria, che gli hanno fatto scudo con il corpo per più di due ore. Questo per evitare intimidazioni che pure il giovane ha subito più volte, l’ultima in carcere. Sarebbe stato avvicinato da qualcuno che lo convinse a chiedere l’isolamento, altrimenti sarebbe stato picchiato. Questo lo gettò in un grave stato di ansia che lo portò anche a tentare il suicidio.
Ha confermato che a Campo Boario si spacciava droga e fatto i nomi di Armando, Samuele e Salvatore Di Silvio e di Agostino Riccardo. Incalzato dagli avvocati e in particolare da Oreste Palmieri non ha saputo fare nomi di altri che spacciassero sostanze stupefacenti nella zona. Ha comunque confermato il quadro accusatorio delineato dai pm.
L’udienza era iniziata con l’esame di altri due testimoni e sta proseguendo nel pomeriggio. Atteso l’esame di Renato Pugliese, collaboratore di giustizia, che potrebbe fornire dettagli importanti per la decisione del collegio.
Sul banco degli imputati il presunto capo clan Armando Lallà Di Silvio, la moglie Sabina De Rosa, Angela, Genoveffa e Giulia Di Silvio e Francesca De Rosa. E ancora Tiziano Cesari e Federico Arcieri. I primi sei rispondono dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e alle estorsioni ai danni di professionisti, aggravata dalle modalità mafiose. L’aggravante è stato contestato per la prima volta al clan di origine rom in questo processo. Altri indagati avevano scelto il rito abbreviato.