L’associazione Minerva perde pezzi nei borghi: il comitato Mater Matuta di Montello lascia la consulta dei borghi; fuori dal direttivo anche Cristina Iacovacci con il comitato di Borgo Isonzo.
Fulmini e tempeste sulla gestione della consulta, proprio nel momento in cui ha raggiunto visibilità presso il Comune di Latina e la Regione Lazio. Come mai?
“Annunciamo di non fare più parte della consulta – spiegano gli attivisti del comitato – per una serie di problematiche venutesi a creare a causa di una gestione che non brilla per limpidezza e di evidenti, seppur taciuti, fini politici della stessa”.
“Ci sembra impossibile proseguire l’attività in un organo che mira ad accentrare qualsivoglia atto, spogliando di fatto di qualsiasi utilità pratica e diritto di iniziativa i comitati già esistenti nei borghi e che per questi sono attivi da molto più tempo”, spiega Andrea Corato di Mater Matuta.
“Questa Consulta è uno strumento decisamente ambiguo – aggiunge -, che accentra le funzioni dei comitati preesistenti e gode di inusuale credito presso le istituzioni locali: a partire dall’ottenimento piuttosto rapido di un tavolo di consultazione alla pari col Comune, fino ad arrivare all’accreditamento alla Conferenza dei Servizi da parte della Regione Lazio, il cui presidente, ricordiamo, è Nicola Zingaretti che intrattiene più che ottimi rapporti col sindaco Coletta. Traguardi, a dire il vero, piuttosto ragguardevoli per un’organizzazione neonata e che vanta tra i propri membri forse più nomi che comitati veri e propri”.
“Oltre a noi – dicono dal comitato -, anche Cristina Iacovacci di Borgo Isonzo, ormai ex-membro del Direttivo della Consulta ha dato notizia della propria uscita”.
“Lungi da noi voler ipotizzare che la Consulta dei Borghi rappresenti innanzitutto un utile strumento della giunta per raggranellare qualche consenso per mezzo di un eterodiretto canale di iniziativa apparentemente popolare, auguriamo buon lavoro a chi ha deciso di restare, pur tra tutte le perplessità che la Consulta è riuscita in così poco tempo a destare, conclude Alfredo Canini del comitato di Borgo Montello.