Massimiliano Tartaglia torna in libertà. L’uomo era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Selfie che aveva sgominato un presunto gruppo criminale che si occupava di produrre e cedere marijuana tra la Locride e Latina.
Il tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha infatti annullato l’ordinanza di arresto. Il ricorso era stato presentato dall’avvocato Alessia Vita e discusso il 27 giugno scorso. I giudici Sabato Abagnale, Carlo Bisceglia e Valerio Trovato hanno ritenuto non ci siano gravi indizi di colpevolezza tali da giustificare la misura cautelare.
Durante l’interrogatorio di garanzia, presso il carcere di Latina, entrambi si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Tartaglia aveva però rilasciato delle brevissime dichiarazioni spontanee, nelle quali si era professato innocente.
Altri due pontini erano finiti nella rete, Adamo Fiasco e Arianna Ramiccia, che secondo gli inquirenti avrebbero accettato di trasportare la droga per conto del compagno Celani.
Il gip di Reggio Calabria, Antonio Foti, è convinto il gruppo si occupava di trasportare la sostanza stupefacente dalla Calabria al capoluogo pontino e poi di distribuirlo.
Le indagini sono iniziate con la scoperta di alcuni terreni dove veniva coltivata la marijuana, in un piccolo paese nella Locride (un’area della città sul versante Ionico della Calabria). Per scoprire chi si occupava delle piantagioni gli investigatori non hanno dovuto fare altro che guardare le immagini delle telecamere installate per proteggerle. Per questo l’operazione è stata chiamata “Selfie”. Anche le intercettazioni erano state utili a ricostruire i viaggi della droga e ad incastrare i 4 pontini.