Legambiente di Terracina dice “no” alla realizzazione di mega impianti provinciali di compostaggio e “no” all’ipotesi Morelle, visto l’elevato rischio idrogeologico dell’area su cui insiste il vecchio impianto.
Il circolo “Pisco Montano” dell’associazione ambientalista fa sapere che sebbene favorevole, come Legambiente, alla piena attuazione dell’economia circolare, è contrario alla realizzazione di megaimpianti di compostaggio a livello Ato provinciale, “considerando il fatto che è necessario garantire il rispetto dei criteri di pianificazione che evitino potenziali disastri o gravi danni all’ambiente e alla salute dei cittadini e dei lavoratori”.
“Relativamente alla ipotesi di realizzazione di un impianto di compostaggio localizzato a Terracina in via Morelle a servizio dell’intera provincia – aggiungono dal locale circolo di Legambinete -, da una prima verifica dei piani regionali e provinciali e della documentazione tecnica connessa, sussistono alcune pesanti criticità non risolte nella documentazione ad oggi disponibile e che non potranno, a nostro avviso, essere superate in nessun modo da una eventuale deroga per ampliamento/riqualificazione di un impianto preesistente, visto che lo stesso insiste comunque su un’area ad elevato rischio idrogeologico. Ovviamente ci riserviamo come Circolo locale assieme a Legambiente Lazio e Legambiente nazionale, di verificare nel merito e nel metodo direttamente in Regione e in Provincia”.
“Vorremmo assolutamente evitare – commenta infine Gabriele Subiaco, vicepresidente e responsabile scientifico del circolo Legambiente di Terracina – decisioni che cadano direttamente dall’alto, mettendo tutti davanti al fatto compiuto, senza che i cittadini, le associazioni e i portatori di interesse del territorio vengano opportunamente coinvolti ed informati in un corretto processo di pianificazione partecipata e condivisa”.
“Non ci piace la politicizzazione delle questioni – aggiunge l’ingegnere Subiaco -, soprattutto oggi che, a Terracina, siamo già in campagna elettorale. Politicizzazione che sta puntualmente avvenendo con il rischio di affidare a posizioni ideologiche obsolete, semplicistiche e scarsamente documentate, o peggio ancora a ricatti e lusinghe occupazionali, decisioni che invece sono molto rilevanti per l’economia e l’ambiente del nostro territorio.”