Nicoletta Zuliani contraria alla regionalizzazione della scuola. Consigliera comunale a Latina, esponente del Partito democratico, docente di scuola superiore, la prof d’inglese contesta il progetto di autonomia differenziata della scuola che Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, seguite da altre 11 regioni stanno tentando di attuare. “Purtroppo – afferma – è un tentativo pericoloso e subdolo di spaccare e indebolire ancora di più il nostro paese”.
Zuliani spiega che esiste il criterio del “fabbisogno standard” che misura il fabbisogno finanziario di un ente in base alle caratteristiche territoriali e agli aspetti socio-demografici della popolazione residente: “Si calcola un coefficiente di riparto che esprime la quota di pertinenza di ogni comune, ed è alla base del calcolo e della stima della porzione di risorse, derivante dal gettito fiscale, che lo Stato è chiamato a trasferire e/o restituire alle Regioni per la gestione dei bisogni dei rispettivi abitanti. A questo criterio, ora, si propone l’integrazione in proporzione al gettito fiscale – afferma -, ossia alla ricchezza di quegli stessi cittadini. In pratica, per poter ‘godere’ di certi servizi, non sarà più sufficiente essere cittadini italiani, ma diventerà indispensabile essere cittadini italiani di una regione italiana ricca, così letteralmente ribaltando uno dei principi fondanti della nostra Costituzione”.
Purtroppo, afferma la consigliera di Latina, di questo tema sui giornali non se ne parla molto, ma è estremamente importante perché “le conseguenze che ricadrebbero sui cittadini e sui territori sarebbero devastanti per le regioni economicamente meno produttive del nostro paese, quelle con il Pil più basso, perché queste assumerebbero competenze di assegnazione di risorse economiche per la gestione della scuola sia come cura delle strutture scolastiche (meno soldi per l’edilizia scolastica) che rispetto allo stipendio dei docenti che avrebbero un contratto economicamente legato alle risorse presenti (o assenti) nella regione in cui prestano servizio”.
Zuliani teme che con la regionalizzazione delle scuole “ci saranno bambini e ragazzi italiani che avranno un sistema istruzione di serie A o di serie E, a seconda di quanto è ricco o povero il territorio in cui vivono”. Dunque, una scelta anticostituzionale per l’esponente dem.
“Sanità e scuola hanno da sempre contribuito alla costruzione del nostro paese e del popolo italiano – afferma la professoressa -. Differenziare le opportunità in base alla capacità di attrarre finanziamenti, e conseguentemente differenziare i livelli di competenza, di retribuzione e di qualità dell’offerta formativa è ingiusto e pericoloso. Se per regionalizzazione intendiamo salvaguardare le peculiarità di un territorio che diventano offerta formativa specializzante e caratterizzante, questo è corretto; ma se si deve indebolire o peggio annientare la funzione unificante che da sempre sanità e scuola hanno rappresentato, allora dico di no”.
“Non abbiamo bisogno di frammentare e differenziare il nostro paese per reddito o competenze – conclude -: dobbiamo renderlo coeso e capace di vincere le difficili sfide che il mondo della complessità e dell’interdipendenza oggi ci pongono”.