Un’impresa sotto l’aspetto tecnico-sportivo ma anche umano quella del corese Dante D’Elia, che ha percorso un’incredibile traversata dei monti Lepini correndo per circa 65 km, da Patrica (FR) a Rocca Massima, il centro più alto della provincia di Latina, in neanche 12 ore e mezzo, spinto dalla passione sportiva e da un rapporto profondo con questo territorio, quello lepino, spesso visto e pensato a compartimenti e che invece rappresenta un’unica realtà, una sola, senza soluzione di continuità.
“Desideravo attraversarli tutti i Lepini – spiega Dante – passando su tutte le maggiori vette. E allora ho cominciato a costruire un sogno. Ho disegnato una diagonale da sud-est a nord-ovest sulla carta. La congiungente Patrica-Rocca Massima”.
Per lunghi mesi ogni mattina la sua sveglia è suonata prestissimo per allenarsi e per elaborare il suo viaggio, tanto trekking per conoscere tutti i sentieri e per sentirli “suoi”, per entrarvi in sintonia. “Un periodo di frequentazione – prosegue Dante – che ti svela la visione d’insieme del complesso montuoso. È proprio questo il senso della traversata.
Mettere insieme le tessere dello stesso mosaico. Ogni paese dei monti Lepini è prezioso e irripetibile, ma ha anche un minimo comune denominatore: un forte senso di appartenenza e un legame intenso con le sue montagne. Ma quelle che intende sue non hanno soluzione di continuità con quelle del vicino paese e con quelle ancora oltre. Quindi l’identità è una sola, con caleidoscopiche sfaccettature, ma unica”.
Secondo le parole dello stesso Dante D’Elia, dunque, la sua traversata, che ha ricevuto il patrocinio della Compagnia dei Lepini e dei Comuni di Cori, Patrica e Rocca Massima, simboleggia “la continuità territoriale e il destino comune che è stato forgiato nel tempo dai monti Lepini”.
“Il principale messaggio di questa impresa – così il sindaco di Cori, Mauro De Lillis – è quello che ci restituisce i monti Lepini come una sola realtà, che va valorizzata in quanto tale unendo sinergicamente le forze. In secondo luogo, la traversata compiuta da Dante D’Elia mette in evidenza come il territorio lepino, oltre alle bellezze storico-architettoniche, offra anche quelle, e tante, paesaggistico-naturalistiche che meritano di essere valorizzate e promosse.
Infine, ma non per importanza, da questa traversata giunge un messaggio di pace quanto mai rilevante in questa fase storica in cui i cupi suoni della guerra riecheggiano in Europa: Dante ha attraversato tutti i monti Lepini portando attaccato allo zaino un lembo della Bandiera della Pace”. “Esprimo allora – conclude il primo cittadino – l’orgoglio della Città per l’impresa di Dante, la prima di questo tipo mai realizzata”.
In sintesi, Dante D’Elia ha percorso 65 km con 3.800 metri di dislivello in 12 ore e 26 minuti. Questa traversata, che per caratteristiche può definirsi ultratrail, è dura. Alla distanza e al dislivello occorre aggiungere il fondo spessissimo sassoso. Al contempo regala un susseguirsi ininterrotto di emozioni, poiché gli ambienti sono pressoché selvaggi con rarissimi e modesti tratti in cui si sfiora “la civiltà”.