“Il Punto di Primo Intervento di Cisterna deve essere potenziato e non eliminato”, tuona il sindaco Eleonora Della Penna a cui fa eco Franco Brugnola, ex consigliere comunale del Pd, per quanto riguarda il presidio di via Conte Verde a Sabaudia.
Il primo cittadino di Cisterna non ha dubbi sulla questione sanitaria locale che in questi giorni è stata ulteriormente infiammata dalla diffusione dell’informativa della Direzione Salute e Politiche sociali della Regione Lazio che prospetta la possibile chiusura di alcune strutture nella provincia di Latina fra le quali appunto quella di Cisterna.
Per capire meglio i termini della questione Della Penna ha chiesto un incontro urgente con il Direttore generale della Asl e che si dovrebbe tenere già nei prossimi giorni.
“Da tempo questa amministrazione comunale – commentano il sindaco Eleonora Della Penna e il presidente della Commissione Sanità, Antonio Lucarelli – porta avanti una battaglia serrata per far riconoscere ai cittadini di Cisterna il diritto alla salute ed ai sanitari del Punto di Primo Intervento di via Monti Lepini quello di lavorare in piena sicurezza. Regione Lazio e Governo non possono continuare a fare i conti senza pensare alle conseguenze reali che le loro scelte hanno sui territori. Parliamo della salute di cittadini in un processo di involuzione dei servizi che ci sta facendo fare un salto indietro di 50 anni. Eppure la situazione di Cisterna è ben nota ormai, sia alla Regione che alla direzione Asl perché in questi anni l’abbiamo denunciata in più occasioni, tenendo anche un Consiglio comunale ad hoc alla presenza dell’ex direttore generale Asl Caporossi. Noi che siamo amministratori e sappiamo fin troppo bene cosa vuol dire far quadrare bilanci in deficit, pensiamo che non si può in nessun modo tagliare una struttura come quella di via Monti Lepini. Anzi, considerando l’utenza che ad essa si rivolge, da tempo diciamo che servono ulteriori ed importanti investimenti.
A Cisterna manca il personale, manca la sicurezza, ci sono carenze strutturali e strumentali inaccettabili a fronte di una numerosa utenza non solo cittadina ma proveniente anche dai comuni limitrofi, soprattutto da Latina per via del suo Pronto Soccorso ormai al collasso. Parliamo di circa 14mila interventi l’anno, numeri – questi sì – che dovrebbero ispirare l’azione amministrativa sia della Regione Lazio che dell’Asl”.
Da Sabaudia Brugnola tira fuori i numeri della questione per affermare che la chiusura del punto di primo intervento della cittadina delle dune appare non sufficientemente ponderata: Sabaudia ha 20.390 residenti, cui vanno aggiunti i militari del Comaca, quelli del Centro Sportivo Remiero della Marina Militare, quelli del III Nucleo Sportivo della Guardia di Finanza, i militi della Caserma dell’Arma dei carabinieri e gli allievi della Scuola del Corpo Forestale dello Stato, i religiosi, gli stranieri non residenti, gli ospiti delle case di riposo, gli studenti degli istituti scolastici non residenti ed infine i turisti, per cui la popolazione specialmente in estate raddoppia; la percentuale della popolazione anziana è molto elevata; negli ultimi cinque anni il punto di primo intervento di Sabaudia ha avuto una media di oltre 9.000 passaggi all’anno; Sabaudia dista oltre 25 chilometri dal Pronto soccorso di Latina e 20 da quello di Terracina, il che comporta tempi non brevi con rischio per la salute delle persone; il servizio 118 della città è affidato ad una associazione privata; la chiusura di 13 punti di primo intervento rischia di scaricare i pazienti fino ad ora curati presso queste strutture sui tre servizi di Pronto soccorso presenti in provincia che sono già spesso prossimi al collasso (Latina, Terracina e Formia).
“Nonostante gli impegni assunti – aggiunge Brugnola – di garantire in ogni Distretto socio sanitario una Casa della salute (dove potrebbero essere assicurate alcune prestazioni) Sabaudia è priva di questo importantissimo presidio di prossimità”. “Naturalmente i cittadini non resteranno a guardare”, “minaccia” l’ex consigliere comunale.