Latina sta morendo. Il centro storico è un pallido ricordo di se stesso. Le serrande dei negozi continuano ad abbassarsi.
I locali sfitti aumentano e passeggiare per la città è una lunga agonia.
Il centro commerciale naturale che doveva caratterizzare la zona di piazza del Popolo è stata sostituita da un’inutile Ztl che delimita non solo il vuoto di offerta e servizi ma soprattutto di azione.
Le uniche attività che resistono lo devono allo spirito di intraprendenza e alla capacità di tenuta di quei pochi imprenditori che continuano, non senza pochi sacrifici, a tenere botta alla crisi e alla totale assenza di sostegno da parte dell’amministrazione.
Non esiste ancora un piano del commercio, non ci sono iniziative in itinere, non un’idea degna di questo nome per riportare il centro storico del capoluogo di provincia ad essere il cuore pulsante e attrattivo della città.
In tutto questo il sindaco, Damiano Coletta, da mesi non ha ancora designato il successore di Giulia Caprì.
La delega alle attività produttive è ancora stretta nelle sue mani circondata dall’inerzia e dalla noncuranza.
Il risultato, ma è solo l’ultimo in ordine di tempo, di questa situazione è che il bando per il mercatino di Natale è stato pubblicato due volte, di cui una in bozza, creando caos e disagi agli operatori interessati nonché esponendo il Comune, e quindi le tasche dei cittadini, a possibili contenziosi.
La zona di via Verdi è stata chiusa in fretta e furia creando un vuoto nel vuoto ed impoverendo la già esigua offerta commerciale sul territorio.
La sottrazione di offerta e servizi in questo settore sta creando sacche di degrado nel pieno centro della città con spazi tristemente bui in cui la criminalità, il disagio e la crisi trovano terreno fertile per proliferare.
Coletta non ha più scuse né alibi per temporeggiare ulteriormente.
Anche l’altare dell’accordo con il Pd, su cui la delega doveva essere sacrificata, è stato rimosso.
Le attività produttive non sono e non possono essere solo una scritta su una porta, sono il motore dello sviluppo di una città, sono la fucina in cui idee e progetti devono trovare compimento.