SUD PONTINO- Troppo tempo, troppi ritardi. Ci sono voluti otto anni, tre esondazioni e anche una vittima per far sì che finalmente si cercassero reali soluzioni alla piaga del torrente Pontone. L’8 febbraio scorso si è svolta la riunione convocata dal prefetto di Latina, Maurizio Falco a cui hanno preso parte Raffaele Trano, membro della Commissione finanze alla Camera, i sindaci di Itri e Gaeta, il commissario prefettizio Silvana Tizzano, l’ing. Antonio Battaglino della Regione Lazio, e il presidente del Comitato Pontone, l’avvocato Pasquale Di Gabriele.
Quella del torrente Pontone è una spina nel fianco del territorio pontino, frutto di anni di incuria e di mala gestione della pubblica amministrazione. Nel suo intervento Raffaele Trano ha inoltre sottolineato come si sia perso “del tempo prezioso dietro ad un progetto incompleto ed erroneamente caricato sulla piattaforma Rendis, durante la riunione del 19 settembre 2019 presso la Regione Lazio”. A nulla erano valsi, inoltre, i tentativi di coinvolgere il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e anche l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, per un question time sui sistemi di prevenzione e allertamento
“Sul Pontone ho interessato i direttori della Protezione civile e ho ribadito che dietro la mia spinta e quella essenziale del Comitato è stato possibile avere un quadro chiaro di cosa era successo, diventando così altrettanto chiara la direzione da intraprendere per accelerare e andare verso la risoluzione definitiva del problema”, ha continuato Trano.
A quanto risulta al momento la Regione Lazio si starebbe impegnando a reperire nella terza tranche del decreto “Proteggi Italia” le somme necessarie, poiché risulta che i Comuni non abbiano fatto alcuna puntuale richiesta. Come che sia, forse finalmente siamo arrivati all’epilogo della storia del Pontone. Nel corso dell’incontro, inoltre, il Dott. Trano ha tenuto particolarmente a ringraziare il prefetto Falco e il neocommissario di Formia, per la sensibilità dimostrata.