L’entusiasmo dei giovani, i loro passi, i loro slogan, le loro risate. Sono il futuro del mondo, sono una meraviglia. Oggi sono scesi in piazza anche a Latina, come in altre 180 piazze italiane per il clima. La manifestazione Fridays for Future è stata un successo e tutte le più grandi città sono state invase per lo sciopero globale per il cambiamento climatico, seguendo l’onda del movimento ispirato da Greta Thunberg.
La giornata di oggi chiude la Week for Future che ha coinvolto milioni di persone in tutto il mondo. Un evento in Italia sostenuto anche dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che ha chiesto ai presidi di giustificare i ragazzi in manifestazione, anche se non ne hanno mai avuto bisogno.
Greta sta sfilando in Canada. Qualche giorno fa è stata all’Onu per il summit sul clima. Ha parlato a lungo, ha pianto, vive questo tema come una missione. Ha scoperto l’inquinamento e le conseguenze che ha causato e che potrebbe causare al nostro pianeta ad 8 anni e non ha potuto più pensare ad altro.
Sulla questione sono tantissimi gli studi, ma anche le campagne di sensibilizzazione, i film, tantissimi gli attivisti. Le foto delle spiagge invase dalla plastica, degli animali marini morti perché soffocati dai rifiuti, il buco dell’ozono, non sono invenzioni. Il messaggio è positivo: salvare il pianeta. Però Greta non piace, è stata costruita a tavolino, c’è anche una battuta davvero divertente sull’Ikea che lo dice: “Ikea boicotta Greta: costruita a tavolino” e 6 articoli di un giornalista Cory Morningstar che dimostrerebbero come i genitori e la start up “We Do Not Have Time”, il “Climate Reality Project” di Al Gore, la Banca mondiale e il World Economic Forum abbiano galvanizzato il movimento studentesco al fine di spostare fondi non si sa bene per finire dove.
Una teoria del complotto che in tanti hanno rifiutato, nonostante alcune coincidenze. Greta continua a essere attaccata, perché è fortunata e piange mentre altri bambini soffrono davvero e molto più di lei a causa dell’inquinamento. E questo sarebbe un motivo per non attivarsi, anche per loro? La insultano per la sua malattia che la porta a vedere tutto bianco o nero. Eppure lei sia della prima che della seconda cosa ne è consapevole. Dicono che è una bambina, per tapparle la bocca, ma poi che scrive come un adulto. Insomma sta dando veramente fastidio e le fake news su di lei sono state tantissime. Queste forse manipolate da qualcuno che abbia interesse che le cose non cambino? Sta ottenendo quello che in tanti non sono riusciti ad ottenere. Ha fatto rialzare la testa a chi, demoralizzato, si era girato dall’altra parte.
I ragazzi le credono, gli studenti la sostengono e sono scesi in piazza per lei e per loro stessi. Hanno studiato in tutti gli anni scolastici i problemi climatici, li conoscono, lo abbiamo fatto anche noi a nostro tempo, quando come Greta abbiamo sentito sdegno e impotenza. Poi abbiamo guardato altrove: “da solo non posso nulla”, ci siamo detti.
Nonostante questo qualcosa è cambiato se le buste di plastica sono state eliminate, anche con enormi critiche per il sacchettino della frutta a pagamento nei supermercati. Se nelle catene di fast food non danno più la cannuccia di plastica per bere. Sono soltanto due esempi, ma ce ne possono essere tantissimi altri. E questo non grazie a Greta, ma alle persone come lei, che pensano ancora che un cambiamento sia possibile. Non quello climatico, ma il nostro, delle nostre abitudini e del modo in cui riusciamo a pretendere quello di cui abbiamo bisogno dai leader mondiali.