Spigno Saturnia saluta uno dei simboli della sua storia recente, Raimondo Pampena, 94 anni, per tutti “Zì Raimo”.
“Il suo legame con il territorio – dice chi lo ha conosciuto – è stato lungo e intenso ed ha toccato diversi aspetti della vita cittadina. Il lavoro svolto per tanti anni alle dipendenze del Comune con l’incarico di guardia campestre, lo ha contraddistinto per l’abnegazione nello svolgimento del suo compito di vigilanza e stimolo alla cura del nostro territorio. Un lavoro che sapeva combinare tra l’intransigenza del rigore istituzionale alla bontà d’animo di chi materialmente lo metteva in pratica”.
Pampena ha trascorso l’infanzia attraverso il periodo bellico che ne ha segnato lo spirito: per tutta la vita ha narrato le sue esperienze e le vicissitudini di molti concittadini. Ha raccontato il suo sapere e trasmesso la sua memoria ovunque ne avesse la possibilità, e creato un rapporto particolare con tutti i giovani studenti spignesi.
È stato una colonna della sezione comunale Combattenti e Reduci ed a lui si devono alcune importanti intuizioni come l’avvio del percorso che ha portato l’intitolazione della Piazzetta di Campodivivo ai Fratelli Venturino, due giovani spignesi barbaramente uccisi dai nazisti durante la seconda Guerra Mondiale. Zì Raimo è stato sempre in prima linea anche nella vita sociale del Paese, il suo impegno è stato fondamentale per la realizzazione delle giornate della memoria, della festa dedicata al Santo Patrono e di tutti i principali eventi cittadini.
“Oggi Spigno Saturnia si è svegliata più povera – ha detto il sindaco Salvatore Vento appresa la notizia della scomparsa – Zì Raimo, già guardia rurale del Comune fino alla pensione, si è sempre distinto nella comunità spignese per l’impegno politico e sociale. Negli ultimi anni, oltre ad essere tra gli animatori più attivi per l’organizzazione della festa patronale di San Giovanni e Presidente della locale sezione dell’Associazione Combattenti e Reduci, è stato per Spigno Saturnia il depositario della memoria collettiva e delle tradizioni popolari. A lui si deve l’azione costante di condividere, con le generazioni nate dopo il secondo conflitto mondiale e il difficile periodo della ricostruzione, la storia di quei momenti e mantenervi vivo il ricordo. A coronamento di una vita vissuta nell’interesse della sua comunità, lo scorso mese di novembre è dato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. Tutta l’amministrazione comunale e i dipendenti si stringono intorno alla sua famiglia in questo momento di assoluta tristezza”.