Sindaco arrestato e vice sindaco indagato a piede libero: è il caso di sciogliere il Consiglio comunale? La domanda la pone il deputato pontino Cristian Iannuzzi, del Gruppo Misto, con un’interrogazione parlamentare a risposta scritta rivolta al Ministro dell’Interno Marco Minniti (Partito democratico). L’iniziativa riguarda Sperlonga, uno dei Comuni coinvolti nell’inchiesta denominata Tiberio, avviata dalla Procura della Repubblica di Latina, che ha portato il 16 gennaio 2017 all’arresto del sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, e di altre nove persone per corruzione e turbativa d’asta e l’iscrizione nel registro degli indagati per un’altra ventina di persone rimaste a piede libero tra cui il vice sindaco e consigliere comunale del comune di Sperlonga, Francescantonio Faiola.
Gli arresti – riassume Iannuzzi nella sua interrogazione – sono scaturiti da un’indagine avviata dai carabinieri, a seguito del mancato intervento da parte del Comune di Sperlonga sugli abusi edilizi connessi alla realizzazione dell’albergo “Grotta di Tiberio”, di proprietà del sindaco Cusani e del suocero Erasmo Chinappi. Le indagini avrebbero accertato l’inerzia dei responsabili dell’ufficio tecnico del Comune nell’avvio della procedura di ripristino dello stato dei luoghi, nonostante fosse evidente l’esistenza di un abuso edilizio emerso durante e dopo la realizzazione dell’albergo, peraltro sancito da una sentenza di condanna emessa dalla Corte di appello di Roma nel 2014.
Secondo l’indagine, il motivo di tale inerzia sarebbe riconducibile all’attività corruttoria posta in essere dal sindaco nei confronti dei responsabili dell’ufficio tecnico succedutesi nel tempo, tra cui Massimo Pacini e Isidoro Masi, entrambi arrestati. Nel testo dell’ordinanza di custodia cautelare, “emergono – sottolinea il deputato – altre responsabilità del sindaco di Sperlonga: avrebbe, infatti, in concorso con altri soggetti, turbato l’appalto relativo ai lavori previsti nell’area archeologica di Villa Prato a Sperlonga, favorendone l’aggiudicazione da parte della ditta “Edil Safer srl”. “Addirittura, Cusani – riporta Iannuzzi nell’interrogazione citando il contenuto dell’ordinanza emessa dal Gip Giuseppe Cario – avrebbe intralciato le indagini dei Carabinieri che stavano indagando in merito alle gravi situazioni di illegalità nel territorio di Sperlonga e che hanno condotto al suo arresto. Il 14 aprile 2016, gli investigatori intercettano una lunga conversazione di Cusani con l’ex generale dei carabinieri Mario Palombo, nel quale il sindaco esercitava pressioni affinché venisse rimosso il comandante della locale stazione dei Carabinieri, il maresciallo Salvatore Capasso, colpevole di essere troppo solerte nelle indagini nei suoi confronti. Sempre al fine di allontanare il comandante della stazione di Sperlonga, Cusani avrebbe inoltre esercitato pressioni sul comandante della compagnia dei Carabinieri di Terracina, andando ad incontrare l’ufficiale il 18 aprile 2016”. Iannuzzi nella sua interrogazione cita anche le pressioni esercitate sui vertici Mediaset al fine di bloccare il servizio della trasmissione “Le Iene” di Italia Uno, che stava realizzando un’inchiesta sugli abusi edilizi commessi a Sperlonga negli ultimi anni.
“Dal quadro delineato dai suddetti episodi – scrive Iannuzzi nella sua interrogazione -, emerge limpidamente, ad avviso degli interroganti, l’esistenza di un sistema malavitoso, costisuito da pericolosi intrecci tra organi amministrativi e imprenditoria privata, atta a condizionare l’attività istituzionale e politica”.
Per il parlamentare pontino, quindi, ce n’è abbastanza per chiedere se il Ministro interrogato, “in ragione delle gravi e persistenti violazioni di legge che risulterebbero essere state compiute nel corso degli anni dal sindaco di Sperlonga Armando Cusani, non ritenga opportuno assumere le iniziative di competenza ai sensi dell’articolo 142, del testo Unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267); se, alla luce del quadro diffuso di illegalità che agli interroganti appare presente all’interno del comune di Sperlonga, non ritenga di valutare se sussistano i presupposti per assumere iniziative ai sensi dell’articolo 141 del testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267)”.
Intanto Cusani, in carcere, e altri quattro indagati (Mauro Ferrazzano, Nicola Volpe, Isidoro Masi in carcere, e Massimo Pacini ai domiciliari) sono stati già sottoposti ad interrogatorio di garanzia. Al Gip è stata chiesta la libertà, ma il giudice Cario ha riservato la decisione. Da dopodomani, 24 gennaio, saranno sottoposti ad interrogatorio altri cinque indagati finiti ai domiciliari. Si tratta di Gian Pietro De Biaggio, Domenico D’Achille, Alessandra Bianchi, Andrea Fabrizio e Antonio Avellino.