Da rifare il processo in Appello per l’omicidio di Anna Lucia Coviello, uccisa sulle scale delle Poste a Sperlonga. Ieri la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi – presentati dopo la sentenza di Appello che escludeva l’omicidio volontario e condannava Arianna Magistri a 6 anni di reclusione per il preterintenzionale – dall’avvocato Dino Lucchetti, che assiste i familiari della vittima, e del procuratore generale. Dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputata.
La Corte di Cassazione ha quindi annullato la sentenza di secondo grado e rinviato gli atti alla Corte d’Assise d’Appello, in diversa composizione, per un nuovo giudizio. L’avvocato Lucchetti e il procuratore generale di Roma puntano a far definire il delitto come volontario e a far riconsiderare anche il reato di atti persecutori. Per lo stalking infatti, sempre in Appello, Magistri era stata assolta.
Già il tribunale del Riesame aveva derubricato il reato da volontario a preterintenzionale. In primo grado però il giudice per l’udienza preliminare Mara Mattioli aveva ritenuto che la donna volesse uccidere la collega, con la quale avrebbe avuto precedentemente diversi motivi di scontro. Per questo, in abbreviato (che prevede la riduzione di un terzo della pena), l’aveva condannata a 16 anni di reclusione.
Il pubblico ministero Luigia Spinelli al termine della sua requisitoria aveva chiesto, in quella sede, 30 anni di carcere. Gli avvocati della donna, Francesca Tallini e Pasquale Cardillo Cupo avevano chiesto l’assoluzione e in subordine il minimo della pena.
Il 15 giugno 2016 la Magistri aveva aggredito la collega per l’ennesimo diverbio, che era caduta dalle scale. Anna Coviello era morta per il forte trauma cranico dopo una settimana di agonia.