“Non avere il coraggio ma avere paura di mettere un like conferma ciò che siete è ciò che il mio grande zio Benito Di Fazio ha combattuto fino all’ultimo respiro… non meravigliatevi se domani non sarete più tra i miei ‘amici’, semplice: non lo siete”, firmato Alessandra Di Fazio. Il post è sul profilo dell’ingegnere di Sperlonga morto sabato scorso in ospedale, a Latina, a seguito di un trauma cranico riportato in una caduta all’interno della sua abitazione. Le parole di sua nipote riassumono l’essenza della sua esistenza.
La sua dipartita a 81 anni lascia un vuoto incolmabile in quanti lo hanno apprezzato. L’ingegnere Di Fazio, politico d’eccezione e stimato professionista, ha dedicato molti anni alla battaglia, quotidiana, per la legalità fino a diventare un esempio nella bella perla del tirreno e in tutta provincia pontina. Non un elmetto in testa, ma solo i suoi capelli bianchi, testimoni di saggezza e maturità, a schivare la paura. Un uomo apparentemente mite, l’ingegnere, capace come l’acqua cheta di rompere i ponti. Al suo posto parlavano gli atti, i documenti scovati chissà dove, i ricorsi, le carte bollate. Fastidioso come una zanzara inafferrabile, Di Fazio era in grado di provocare choc “anafilattici” anche ai più potenti. Un personaggio scomodo assai, politicamente “sconveniente” e per questo destinato a rimanere all’opposizione. Scomodo ma con le mani libere.
Chi scrive lo ha conosciuto, di persona, in una fredda mattina di febbraio. Correva l’anno 2010: sole coperto dalle nuvole e il vento gelido da irrigidire i volti e le mani. Appuntamento di buon mattino davanti al Comune. Indossava un mongomeri verde e attorno al collo stringeva una sciarpa. Con in mano un faldone “rovente”, mi offrì un caffè all’aperto per poi accompagnarmi “virtualmente” nella Nuova Sperlonga. Ci spostammo da dove “il nuovo” fosse sotto i nostri occhi senza attirare incaute attenzioni. La “cineseria” edilizia che aveva portato da fuori materiali e manodopera, ancora intonsa all’epoca da inchieste giudiziarie sconvolgenti, appariva già come la panacea di tutti i mali di Sperlonga. Dicemmo allora, sdrammatizzando, che i nomi delle utenze e sui citofoni coincidevano per pura casualità con quelli delle più affermate famiglie della malavita organizzata: “Nuova Sperlonga, welcome”.
Oggi l’ultimo saluto all’ingegnere ha avuto luogo nella chiesa Santa Maria Assunta in Cielo. A Nicola Reale il compito di commemorarlo, come espressamente richiesto dalla famiglia. “Un incarico di cui mi sono sentito onorato”, ha precisato Reale: “Anche oggi, anche qui, non posso fare a meno di iniziare quest’ultimo saluto con le stesse parole con le quali iniziavo tutte le volte che ti scrivevo un’e-mail: Caro Ben. Caro Ben, diceva un filosofo: ‘Un uomo di carattere non ha mai un buon carattere’. E tu sei stato certamente un uomo di carattere. Eri tenace e ostinato, a volte irremovibile. Non era facile scardinare una tua convinzione, farti modificare un’idea. La tua impulsività non era facilmente gestibile. Eppure abbiamo lavorato per tanti anni insieme – senza sosta, di giorno o di notte – e sempre siamo riusciti a trovare il punto d’incontro, la soluzione migliore. Perché di certo non ti faceva difetto l’intelligenza, e l’intelligenza è il passepartout che consente di aprirsi alla comprensione dell’altro…”
In queste ore di dolore tantissimi sono stati i messaggi di cordoglio fatti pervenire alla famiglia.
“Oggi Sperlonga ha perso un grande uomo – è l’omaggio proveniente dal gruppo Sperlonga Cambia -. Un padre, un fratello, un amico, un consigliere che ha sempre fatto del rispetto della legge il suo credo, la strada maestra del suo percorso politico e personale, e del bene della comunità il fine ultimo del suo mandato. Con lui Sperlonga ha perso una delle poche voci, spesso inascoltate, schierate a difesa della legalità e dello stato di diritto, valori che hanno sempre contraddistinto la sua vita e il suo lungo operato in Consiglio comunale… Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza al figlio Luca, nostro compagno di viaggio in questi mesi, e a tutta la famiglia Di Fazio. Il ricordo di Benito resterà sempre vivo in tutti coloro che l’hanno conosciuto e nei nobili valori che ha lasciato in eredità, valori che ci impegneremo a portare avanti seguendo il suo prezioso esempio di uomo sempre al servizio della legge, del suo amato paese e della sua comunità”.
“Benito di Fazio era un uomo che aborriva la retorica e i sentimentalismi. Da bravo ingegnere era un uomo concreto, di poche parole, di gesti essenziali. Ed era un uomo onesto, nei comportamenti e nei pensieri. E’ stato un professionista di elevata e rara competenza; è stato un insegnante stimato e amato da tutti, colleghi e studenti. Ma noi, che siamo stati suoi compagni di viaggio nella dura e difficile esperienza politica sperlongana di questo ultimo decennio, vogliamo ricordarlo, a noi stessi e ai cittadini, perché egli è stato un esempio di ciò che veramente dovrebbe essere l’impegno politico: un atto di gratuità, un servizio alla collettività, un sacrificio personale offerto al paese per il bene comune”. E’ questo un breve tratto del comunicato dell’ex gruppo consiliare di minoranza composto da Nicola Reale, Alfredo Rossi, Enzo Matacchione, Biagio Galli.
In quanto a noi, l’ingegnere Benito Di Fazio lo vogliamo ricordare sulla spiaggia di Sperlonga insieme al suo amico pescatore, Salvatore D’Arcangelo, a salvare da morte certa la tartaruga attorcigliata ad una rete, pochi giorni dopo quelle infamanti scritte rinvenute accanto al portone della sua abitazione di Torre di Nibbio. Ecco, siamo certi che l’impronta dell’ingegnere dai capelli bianchi, intento a restituire la libertà, potrà resistere a tutte le mareggiate.