L’arresto di Alessandro Zof non chiude le indagini sul duplice tentato omicidio del Circeo. L’indagato numero uno per la sparatoria, che mercoledì sarà sottoposto ad interrogatorio di convalida, era in compagnia almeno di un’altra persona, la stessa al volante dell’auto che dal lungomare di viale Europa si è diretta a Napoli subito dopo il grave ferimento di Roberto Guizzon e Alessio De Cupis, di 47 e 29 anni, entrambi residenti tra San Felice Circeo e Terracina.
Ed è proprio ai riscontri sul coinvolgimento di altri che gli investigatori della Polizia di Stato stanno lavorando in queste ore. Al centro degli accertamenti di nuovo le immagini delle telecamere, che hanno consentito di porre sulla scena del delitto Zof, 32enne di Latina già noto alle forze dell’ordine, e i tabulati telefonici in grado di collocare alcuni sospettati al Circeo piuttosto che in altre zone. In quanto al movente della sparatoria resta l’innesco, la lite avvenuta all’interno dell’American Bar dove Guizzon e De Cupis, zio e nipote, si sono “scontrati” con un altro gruppo di avventori. Una “spallata”, qualche frase di troppo… poi gli spari. Una reazione esagerata per un futile motivo. La droga, l’alcol del sabato sera potrebbe aver fatto la differenza.
Oggi in Questura la conferenza stampa del vice questore aggiunto Antonio Galante, dirigente della Squadra Mobile di Latina, volta a evidenziare il successo delle investigazioni fin qui svolte in simbiosi con i colleghi del Commissariato di Polizia che hanno portato la Procura, nella persona del sostituto Gregorio Capasso, ad emettere il fermo. “Importantissima la collaborazione del Commissariato di Terracina – ha detto Galante – al quale va il nostro ringraziamento per il controllo del territorio e il risultato per questa attività non facile da ricostruire velocemente. La Polizia non è soltanto formalmente al servizio della collettività ma lo è anche concretamente dando risposte di sicurezza. Questo risultato lo dimostra. Il primo baluardo di sicurezza sono i commissariati e in questo caso quello di Terracina che ha dato una risposta che tranquillizza la cittadinanza del comprensorio”.
La pista della droga resta, al momento, sullo sfondo del duplice tentato omicidio. Di certo c’è che qualcuno quella sera del 6 marzo 2016 era armato e che, dopo l’”innesco”, non ha esitato ad esplodere colpi da una semiautomatica ferendo due persone. A Terracina il 26 dicembre 2015 è andata peggio. Non c’erano le armi lì in piazza Garibaldi, ma la violenza di calci e pugni, scattata dopo un litigio di poco conto all’interno di un bar, ha ucciso un ragazzo nel pieno della movida delle festività natalizie. “Nell’episodio del Circeo – ha commentato il vice questore aggiunto Bernardino Ponzo, dirigente del commissariato di Terracina – ci siamo trovati di fronte ad un più elevato livello di delinquenza. Conosciamo i trascorsi di certi personaggi”. Si tratta di capire se lo scatto violento possa trovare una ragione negli eccessi di alcol e droga o se quell’innesco sia stato solo un pretesto per un regolamento di conti nell’ambito di affari illeciti.