Un altro sequestro “importante” a Sonnino fa tremare l’ufficio tecnico. Ieri i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Terracina, in collaborazione con i militari della locale stazione, hanno posto sotto sequestro preventivo l’Albergo del Frasso, sito nell’omonima località al confine con il territorio di Terracina. Il fabbricato della struttura destinata ad ospitare l’attività turistico-ricettiva aveva visto l’avvio della realizzazione nel 1996 per poi restare in stato di abbandono per diversi anni. Recentemente, invece, il cantiere era stato riaperto per il completamento dei lavori ma è scattato il sequestro prima dell’inaugurazione.
L’attività investigativa svolta dagli uomini del capitano Felice Egidio e del maresciallo luogotenente Michele Carfora Lettieri, alla luce della copiosa documentazione urbanistica ed edilizia e di ripetuti sopralluoghi, ha portato la Procura della Repubblica, che ha coordinato tutte le attività dei carabinieri, ad ipotizzare i reati di abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e lottizzazione abusiva. Nei guai, oltre al proprietario, anche i funzionari che hanno rilasciato atti al momento ritenuti dagli inquirenti illegittimi ed illeciti.
Il problema, volendolo sintetizzare, è il rilascio di permessi a costruire con destinazione diversa da quella agricola indicata nelle previsioni urbanistiche. Previsioni che l’ente municipale di Sonnino ne avrebbe disposto la modifica con appositi strumenti approvati dal Consiglio comunale ma tuttora fermi in Regione per l’assenza di documentazione utile a completare l’iter.
Il valore della struttura alberghiera posta sotto sequestro supera i due milioni di euro. L’albergo “mancato” dalla superficie di 1.300 metri quadrati è stata affidata nella custodia giudiziale, senza facoltà d’uso, al vice sindaco di Sonnino Gianni Celani.
Il sequestro dell’Albero del Frasso segue simili iniziative che hanno coinvolto altre attività ricettive avviate da tempo, Villa Marcus e Il Carrubo. Il problema è legato allo stesso nodo: la mancata definizione dell’iter per l’approvazione del Piano regolatore generale. Un problema che rischia di interessare decine di altre attività commerciali e abitazioni.