Trentanni di carcere; è questa la pena stabilita dal Giudice del Tribunale di Latina che ha accolto la richiesta formulata al PM incaricato di sostenere l’accusa ai danni di Pietro Petrianni, l’uomo che lo scorso 5 giugno, in via Maina a Sezze, uccise a colpi di pistola il cognato Maurizio Di Raimo all’interno della sua officina. Un delitto efferato, dettato da una questione di soldi (reclamati dallo stesso Petrianni a Di Raimo); poi il tentativo di depistare le indagini che, condotte da Polizia e Carabinieri, fecero però cadere il castello dell’assassino che aveva occultato il corpo in un pozzo vicino casa. La condanna è arrivata poco fa, a conclusione del rito abbreviato richiesto dalla stessa difesa di Petrianni.