Sezze, successo per la tradizionale rappresentazione della Passione di Cristo

La sera del Venerdì Santo a Sezze fa da sempre rima con tradizione: grande successo anche quest’anno per la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo che illumina la città ormai dal 1933, ma che trae origine dai riti medievali e dalle orazioni di San Carlo da Sezze.

Ben 41 le scene rappresentate, sotto la direzione artistica e regia di Piero Formicuccia. Ad assistere al grande evento che caratterizza la tradizione e la cultura di Sezze, noto a livello nazionale e internazionale, anche partecipanti d’eccezione oltre alla consueta folla: tra questi, il prefetto di Latina, Vittoria Ciaramella, e il procuratore della Repubblica aggiunto di Latina, Luigia Spinelli, che hanno assistito all’intera rappresentazione insieme a tanti esponenti delle istituzioni civili e militari, tra cui i consiglieri regionali Vittorio Sambucci, in rappresentanza del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e Salvatore La Penna.

Per l’occasione il paese di Sezze ha voluto dare ancor più rilievo all’atmosfera particolare del Venerdì Santo con l’illuminazione della grande croce in zona anfiteatro, simbolo dell’Associazione della Passione di Cristo e della stessa rappresentazione, ma anche con l’illuminazione di altre croci all’interno del paese e dei costoni che conducono a Sezze.

“Il mio ringraziamento va a tutte le istituzioni presenti, e in particolar a sua eccellenza il prefetto di Latina – afferma il presidente dell’Associazione Passione di Cristo di Sezze, Elio Magagnoli – ma anche a tutti i membri della nostra associazione per l’intenso lavoro svolto nel corso dell’anno. Ringrazio anche per il sostegno e la collaborazione la Regione Lazio, la Provincia di Latina e il Comune di Sezze, così come il Senato della Repubblica che ha voluto concedere il suo patrocinio”.

Una scena della rappresentazione

“Abbiamo voluto far partire da Sezze un messaggio di buona volontà e di pace tra tutte le nazioni che vivono momenti di tensione e di guerra – ha commentato il regista Piero Formicuccia – attraverso un evento in cui si può riconoscere quel profilo di solenne e monumentale azione sacra, in una dimensione artistica intermedia tra teatro e liturgia, nello stesso tempo meditativa e spettacolare”.