“Si sa quanto il senso del gusto sia un formidabile sollecitatore di ricordi. Un sapore può riportare nella mente un mondo e far intensamente riaffiorare momenti della vita semisepolti nei più riposti anfratti della memoria”. Così come ha scritto Giuseppe Pollicelli nella recensione del libro, pubblicata sul quotidiano Libero del 21 aprile scorso, Roberto Campagna è partito proprio da questo assunto per scrivere i dodici racconti dell’antologia “Il Palato della Memoria” (Castelvecchi Editore). Il libro verrà presentato a Sezze, domenica 4 giugno alle 18, presso il bar- enoteca “Il Vello d’Oro”. Oltre all’autore, interverranno il Poeta Antonio Veneziani, la poetessa Antonella Rizzo e lo scrittore Maurizio Valtieri. L’incontro, che verrà coordinato da Rita Berardi, chiude la rassegna letteraria “Librinpiazza”, ideata dalla stesso Veneziani. I dodici racconti, in bilico tra presente e passato, raccontano storie d’amicizia, d’amore, di crescita, con una leggerezza poetica davvero fuori del comune. Tutto è sempre osservato e descritto con partecipazione ma anche con una sottile ironia. “L’uomo è ciò che mangia, recitava il filosofo Feuerbach nel 1800 con una frase che lo ha reso immortale. E dopo aver letto, o meglio gustato, i racconti di Roberto Campagna – ha affermato la Rizzo – posso tranquillamente affermare che l’autore incarna con estrema attualità una massima che si presta a una interpretazione davvero densa di significato”.
La letteratura popolare, e in particolar modo il racconto orale, in questo libro di Campagna si coniugano insieme in uno squisito pamphlet di ricordi pseudo autobiografici.
Campagna, giornalista e sociologo, è un vero scrittore “popolare”, se con popolare si intende il lascito che la memoria imprime nella tradizione del saper narrare, con ironia e arguzia, episodi cruciali, in grado di sintetizzare una comunità e le sue tradizioni, i suoi sapori tipici e trasformarli in emozioni viventi, immortali. I luoghi delle memoria di Campagna sono quelli dei Monti Lepini e i suoi paesi. Ma sono anche alcune zone del Mar Adriatico e del Lago di Bracciano, che tracciano l’anima e cristallizzano il ricordo, tra favola e cruda realtà, come ne “La strada” di Federico Fellini.
“Il palato della memoria” è un libro pseudo autobiografico perché Flavio, il protagonista dei dodici racconti, è il riflesso nostalgico dello stesso autore; è infatti negli occhi di Flavio che Campagna ripercorre luoghi e sapori passati, forse scomparsi o in via di sparizione, ma indelebili nella sua memoria di ragazzo nel pieno della vita. I ricordi sono fatti di odori e gusti sopiti nel tempo e Campagna, con la sua verve narrativa frizzante e ironica – l’autore ha la capacità di scrivere una lingua corrente, colloquiale, senza risultare volgare – impasta le sue storie come ricette di cucina, usando lo stesso timbro scanzonato di un Balzac e lo fa trasportando il lettore – anche il lettore estraneo ai luoghi e ai piatti citati – nel suo mondo di nostalgiche disillusioni politiche, di scorribande canagliesche, di scherzi e alambicchi giovanili, di ripicche e fughe e amorazzi scollacciati.
“Le storie narrate in questo volume – ha sottolineato la Rizzo – trionfano di aromi sensuali, fanno sorridere, riflettere e forniscono lo spaccato di una società contadina. L’autore, da fine sociologo qual è, sa rappresentarla attraverso l’incanto della giovinezza del protagonista Flavio e il malinconico ricordo di un tempo ormai annacquato come ‘l’acquerello’, il primo vino dell’infanzia”.