Il question time dello scorso week end a Sezze è andato anche oltre le aspettative delle stesse opposizioni per gli effetti ottenuti. Da una parte, alcuni quesiti hanno infatti messo in difficoltà gli interpellati con le risposte offerte che non hanno soddisfatto gli interpellanti; è il caso delle interrogazioni sui lavori di messa in sicurezza di via Sorana, arrivati dopo mesi di chiusura della strada e parsi miseri in confronto all’effettivo pericolo rappresentato dalle frane. Stesso imbarazzo di fronte alle delucidazioni chieste sul rifacimento dell’area giochi del Parco della Rimembranza; i lavori sono cominciati ad ottobre e ad oggi sono ancora in corso con il risultato che l’area è inaccessibile, ridotta ad un pantano fangoso e con degli antiestetici ecopallet utilizzati come recinzione. Dell’opera non esiste un progetto, sul cantiere manca completamente la tabella informativa dei lavori e il rendering dell’idea finale, una zona fiorata e una fontana con aiuola annessa, non paiono abbastanza per giustificare l’attuale disagio. La questione più spinosa si è però accesa sul megadepuratore a Sezze Scalo. L’annuncio dell’avvenuto ripresa dei lavori infatti, non ha fatto altro che acuire la polemica. L’area è oggetto di inchiesta giudiziaria, anche se la stessa è più mirata ad accertare la regolarità realizzativa del collettore realizzato attraversando un’area classificata dalla stessa Regione come ad alto rischio frane (sulla vicenda è stato il consigliere regionale Fabrizio Santori, assistito e consigliato in merito dal MLIS, a formulare prima delle interrogazioni e poi a presentare un esposto); le risposte offerte dal vicesindaco Antonio DI Raimo ai consiglieri Di Palma e Moraldo non hanno fatto altro che acuire i dubbi in particolare sull’eventualità di consegna dei lavori, per permetterne il completamento, dalla ditta aggiudicataria dell’appalto al gestore idrico. Se da una parte gli stessi Moraldo e Di Palma hanno invitato la segretaria comunale, la dottoressa Falso, in quanto garante dell’anticorruzione e della trasparenza, ad inviare il fascicolo in Procura, dall’altra si sono dichiarati pronti a farlo loro se ciò non avverrà in tempi bravi.
Dal punto di vista politico, tali coni d’ombra hanno messo in luce alcune crepe già latenti tra i banchi della maggioranza; che il sodalizio che sostiene il sindaco Di Raimo fosse composto da due anime è cosa risaputa, ma che già tra le due ci siano frizioni, pare ormai innegabile. Alcune scelte prese dall’ala più fedele al sindaco, sono parse avventate e comunque non condivise dalla parte più vicina ad Eramo, pronta a disconoscere eventuali responsabilità delle decisioni degli altri. Chissà che le imminenti elezioni regionali e i rispettivi collocamenti di appoggio, non possano accelerare il distacco.