I Carabinieri di Sezze, guidati dal Luogotenente Mattia Benvenuto, hanno provveduto oggi a completare l’acquisizione della documentazione riguardante il megadepuratore di Sezze Scalo. L’acquisizione degli atti presso l’Ufficio Tecnico, è avvenuta in ottemperanza alla richiesta emessa dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina, dottoressa Luigia Spinelli. L’ordinanza è stata a sua volta emessa lo scorso maggio, in seguito all’esposto presentato dal consigliere regionale Fabrizio Santori datato giugno 2016. Lo stesso Santori, dettagliatamente informato sui fatti dagli esponenti del MLIS (Movimento Libero di Iniziativa Sociale), nel dicembre 2015 aveva formulato al Presidente della Regione Lazio e all’assessore competente, l’interrogazione ‘suggerita’ dai referenti setini Gioacchini e Coluzzi, attendendo per mesi invano risposta. I lavori dell’opera, intanto, restano sospesi, e visti gli sviluppi giudiziari, probabilmente più per via dell’inchiesta che non per le questioni finanziarie sempre tirate in ballo dalla politica per giustificare un ritardo su lavori che dovevano essere conclusi dal settembre 2015, ovvero da due anni. L’assessore uscente ai lavori pubblici del comune di Sezze, Pietro Bernabei, e l’attuale sindaco Sergio Di Raimo, in campagna elettorale, avevano indicato la fine dei lavori a ipotizzabile a fine estate, venendo smentiti dai fatti. L’indagine, che a questo punto potrebbe continuare mediante la nomina di un CTU incaricato di studiare tutte le carte, mette in dubbio il futuro di tutta l’opera e relativo investimento da oltre 5 milioni di euro. Il problema fondamentale risiederebbe nella realizzazione del collettore che da località Casali, scende a valle per convogliare gli scarichi alla struttura che è adiacente a via degli Archi. Nonostante le prescrizioni, la struttura attraversa una zona a rischio di frana.