Voleva far dimettere la sindaca e la vicesindaca di Sermoneta e aveva organizzato un quarto attentato per colpire addirittura l’abitazione di Giuseppina Giovannoli. Il presidente della Pro Loco di Sermoneta non digeriva che le due donne, che a suo dire avrebbe aiutato nelle elezioni, si fossero poi rese autonome.
E’ lui, Giuseppe Gentile, il primo arrestato nell’operazione dei carabinieri di oggi, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal pubblico ministero Taglione.
Una volta chiarito il suo scopo avrebbe cercato gli esecutori materiali e li avrebbe trovati in Giovanni Bernardi, in carcere ora per una rapina messa a segno a febbraio, Emanuel Poli e la compagna Angela Toti, l’unica ai domiciliari.
Dei tre incendi sulle auto di sindaca e vicesindaca nessuno è stato commesso materialmente da Gentile, che sarebbe però secondo gli inquirenti, il mandante. L’uomo, hanno spiegato gli investigatori questa mattina, durante una conferenza stampa nella stazione di Latina, ha agito per orgoglio: un affronto sarebbe stato per lui essere stato estromesso dalla fiera di San Michele dello scorso anno. In cambio del presunto aiuto in campagna elettorale, infatti, avrebbe voluto gestire l’organizzazione di fiere ed eventi a Sermoneta. Aveva poi anche interessi privati nel centro storico per una struttura che voleva fa diventare un b&b. Il vicesindaco, che ha la delega per il centro storico, gli aveva imposto di far rimuovere le impalcature tenute per troppo tempo davanti l’edificio e questo sarebbe stato un altro motivo di rancore.
“Un privato – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Latina, Gabriele Vitagliano – che minaccia e usa atti di violenza verso gli amministratori pubblici rendono ancora più importante questo intervento perché la minaccia è verso tutta la comunità. L’intento – ha continuato – era proprio quello di provocare le loro dimissioni per sostituirli con amministratori più vicini”.
“Importante – ha voluto sottolineare Vitagliano -l’attività della stazione dei carabinieri di Sermoneta. Anche in una attività così delicata la differenza la fa la stazione. Prima è stata individuata una sfera di sospetti poi la lista si è ristretta”.
Alla conferenza erano presenti anche il tenente colonnello Riccardo Barbera, del Nucleo territoriale dei carabinieri di Aprilia e il comandante della stazione di Sermoneta, il maresciallo Antonio Vicidomini.
Il primo elemento utile è stata l’identificazione dell’auto di Bernardi usata per gli attentati, una vecchia Alfa. Poi l’uomo è stato arrestato per rapina e dopo è avvenuto il secondo incendio. Sembrava che la pista non fosse giusta, invece non era così e altri elementi raccolti lo hanno confermato.
Dopo gli attentati Giovannoli e la vicesindaca Maria Marcelli hanno pensato realmente di dimettersi e abbandonare, ma hanno resistito anche davanti ad un atteggiamento percepito come intimidatorio dello stesso Gentile verso la sindaca, quando la incontrava per strada. Nessuna minaccia esplicita, nessun riferimento, ma sguardi che non sarebbero stati di solidarietà. Oggi gli arresti.