Colpo di scena a Sermoneta, alla vigilia della presentazione delle liste per le elezioni amministrative: il sindaco Claudio Damiano, sul quale pendeva una mozione di sfiducia che sarebbe stata discussa il prossimo lunedì, si è dimesso.
Alle ore 14.30, dopo aver ottemperato agli ultimi impegni di giunta, necessari ad approvare provvedimenti oggettivamente necessari per la collettività di Sermoneta, per la continuità di manifestazioni storiche e di provvedimenti amministrativi necessari al funzionamento dell’Ente, ritenendo concluso quell’accordo di programma sottoscritto circa un anno e mezzo fa, il primo cittadino ha gettato la spugna.
“Ringrazio la signora Valentina Cianfriglia – ha scritto Damiano in una nota aperta alla cittadinanza – per essersi resa disponibile a diventare assessore consapevole del breve periodo in cui avrebbe ricoperto tale ruolo, proprio per dare la sua disponibilità affinché cose importanti non andassero disperse. Così abbiamo potuto approvare il progetto che necessariamente dovrà vedere la luce entro il 30 maggio per la realizzazione della rotatoria su via dell’Irto e l’illuminazione della pista ciclabile, soldi che senza l’approvazione tempestiva sarebbero ritornati allo Stato; così come la delibera per estendere il tempo pieno nella scuola dell’infanzia o la richiesta di finanziamento per 380 mila euro per il palazzo della cultura. Abbiamo inoltre consentito che avessero luogo manifestazioni storiche, quali il Maggio sermonetano, la rassegna teatrale dialettale ‘Sermonet’mo e i suoi fratelli’, o le installazioni di opere d’arte contemporanea denominata ‘Eventi’, evitando di interrompere non solo manifestazioni rilevanti e ricorrenti ma anche il lavoro svolto dalle associazioni stesse per programmare questi eventi. È il rispetto verso chi dà tanto al Paese, arricchendolo di cultura, socialità e contribuendo alla sua economia turistica”.
Damiano a questo punto entra nel merito della mozione di sfiducia e attacca i sottoscrittori: “Chi ha posto così tempestivamente la mozione di sfiducia – commenta – ritengo che abbia anteposto i bisogni di una politica che guarda solo a se stessa o alla logica dei consensi, piuttosto che a quel tanto decantato bene comune o amore per la propria città. Il Consiglio comunale sulla sfiducia al sindaco previsto per lunedì, ritenendolo una farsa e priva di senso a poco più di venti giorni dalle elezioni, non vedrà la mia partecipazione in quanto, tra l’altro, già dimesso. Come sindaco, sono consapevole di lasciare una Sermoneta in condizioni migliori di come l’ho trovata, in tempi difficili siamo riusciti a garantire che tutti i servizi sociali, culturali, scolastici, ambientali e che hanno sempre caratterizzato questo Comune come all’avanguardia, fossero non solo conservati ma anche ampliati. Lascio un bilancio in attivo e innumerevoli progetti, alcuni in fase di realizzazione, altri ammessi a finanziamento. Parlo di scuole, parchi pubblici, edifici comunali e servizi”.
“Ho la consapevolezza – conclude – che si sarebbe potuto fare anche meglio e di più, ma con onestà credo di essermi impegnato senza risparmi di energie. Con l’aiuto di altri che invece in questo periodo hanno prediletto una campagna elettorale lunga a discapito del processo amministrativo, oggi avremmo un Comune ancora migliore e un sindaco che forse avrebbe avuto anche più tempo per essere presente nei momenti di aggregazione della società”.