Arena incandescente, la politica locale reagisce alla sentenza del Tar, che ha annullato il voto in 22 delle 116 sezioni elettorali e con esso l’esito del primo turno alle amministrative a Latina il 3 e 4 ottobre scorso. Coletta medita il ricorso al Consiglio di Stato, è nelle sue facoltà e diritto. Se chiede la sospensiva del giudizio del Tar e gli viene accordata, potrà continuare a svolgere il sindaco fino che lo stesso Consiglio di Stato non si pronuncerà nel merito, confermando o annullando la decisione del Tar.
Ma la partita giudiziaria segue il proprio corso, mentre quella politica non bandisce colpi bassi. Senso di rivalsa in Alessandro Rossi, Giovanni Monterubbiano ed Emilio Cerci, i consiglieri candidati di Latina nel Cuore, firmatati del ricorso accolto: “Invito tutti i cittadini a leggere la sentenza per comprendere la gravità inaudita delle irregolarità presenti nelle operazioni di voto, le quali gettano un’ombra fosca sulle operazioni elettorali che hanno impedito al candidato Zaccheo, così come a molti probabili consiglieri potenziali, di essere eletti…. E’ evidente, infatti – come scrivono i Giudici del Tar nella loro sentenza -, che possa nascondersi il fenomeno della cosiddetta scheda ballerina (consistente nel far uscire dal seggio una scheda vidimata e non votata, sulla quale viene poi scritto il nome del candidato e consegnata all’elettore che, entrando nel seggio, ritira la scheda bianca assegnatagli, depositando nell’urna non già quest’ultima ma quella consegnatagli all’esterno del seggio), destinato a incidere sulle correttezza del voto in maniera esponenziale e non determinabile a priori‘.
Duri gli interventi di Fratelli d’Italia. Ad ogni livello. Così l’europarlamentare Nicola Procaccini: “Sarà interessante oltre che necessario capire se le irregolarità registrate siano state dolose o colpose. Resta il fatto che, come da procedure e attribuzioni, la regolarità delle operazioni elettorali è responsabilità innanzitutto dell’amministrazione comunale in carica. Auguro alla città di Latina di poter rimuovere attraverso regolari elezioni quanto acclarato dal Tar e che la democrazia possa liberamente esprimersi quando si tornerà al voto”.
Concetto ribadito dal senatore Nicola Calandrini, che annuncia un’interrogazione al ministro dell’Interno Luciana La Morgese: “Quanto avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 2021 deve essere approfondito per accertare le responsabilità di chi ha voluto condizionare il voto. Presenterò nei prossimi giorni un’interrogazione urgente al ministro Lamorgese. Su questa vicenda va fatta assoluta chiarezza, per rispetto dei cittadini di Latina che si sono visti scippare il diritto democratico del voto”.
Interrogazione annunciata anche da Claudio Durigon, deputato e coordinatore regionale della Lega Lazio: “Latina ha scelto la coalizione del centrodestra con il 53% già al primo turno, ottenendo la maggioranza in Consiglio comunale. Il candidato sindaco Vincenzo Zaccheo si era fermato al 49%, non vincendo per poche centinaia di voti. Molto probabilmente queste anomalie hanno influito sull’esito del primo turno a discapito di Zaccheo e del centrodestra”.
Di altro profilo l’intervento del consigliere regionale PD Enrico Forte: “La sentenza del Tar che stabilisce di rivotare in 22 sezioni per le elezioni comunali di Latina merita di sicuro un approfondimento. Solidarietà ai consiglieri, a sindaco e giunta per questa vicenda di fronte alla quale la città deve rimanere ferma e unita: non meritiamo un commissariamento e occorre una amministrazione salda per affrontare le sfide che ci aspettano”.
“La sentenza, la prima nella storia della provincia, riconoscendo irregolarità in almeno ventidue sezioni, non è una vittoria, ma una sconfitta della democrazia. Conferma la pesante ombra di possibili brogli o, più semplicemente, ci parlano di un disastro organizzativo di enormi proporzioni”. Così in una nota la senatrice pontina Marinella Pacifico (Coraggio Italia, Gruppo Misto).