No vaccini, no scuola. Lo stabilisce il decreto Lorenzin, tutt’ora in vigore, lo hanno ribadito i presidi con un proprio documento e numerosi sindaci d’Italia con proprie ordinanze. E lo ha fatto anche il primo cittadino di Latina Damiano Coletta con disposizione numero 239 recante la data di oggi, ordinando che nessun bambino al di sotto di 6 anni venga ammesso a frequentare per l’anno scolastico 2018- 2019 senza preventiva verifica delle avvenute vaccinazioni obbligatorie ex lege presso l’anagrafe vaccinale della Regione Lazio. Un’ordinanza per la salute di tutti i bambini, soprattutto di quelli immunodepressi che invece non possono vaccinarsi, bambini che rischiano la vita con virus comuni come quello del morbillo.
E’ previsto per l’11 settembre il completamento dell’approvazione del decreto mille proroghe che posticipa l’obbligo della documentazione vaccinale ora previsto all’ingresso a scuola. Ma è bene ricordare che a Latina e in tutta la Regione Lazio la certificazione dell’avvenuta vaccinazione la si ottiene con un click sul portale della Asl e che eventuali autocertificazioni risulterebbero del tutto immotivate.
L’ordinanza numero 239 di Coletta è stata trasmessa per l’osservanza a tutti i dirigenti scolastici, ai titolari degli asili nido pubblici e privati e delle scuole dell’infanzia presenti nel territorio comunale, e per conoscenza al Comando di Polizia Locale, alla Asl di Latina, alla Prefettura di Latina e al Ministro della Salute. Quanto disposto dal sindaco lo prevede la legge, ma l’iniziativa del primo cittadino di Latina e degli altri, numerosissimi in tutt’Italia, rappresenta un fare quadrato attorno alla necessità di vaccinare i propri figli. Non accettare un bambino a scuola per un dirigente scolastico o un insegnante non è una cosa che si fa a cuor leggero, considerando anche il diritto di tutti allo studio, ma necessario per la salute pubblica ed in particolare per non mettere a rischio la vita dei soggetti più fragili.
“ll diritto alla salute e il diritto all’istruzione sono sanciti dalla dichiarazione universale dei diritti umani, rispettivamente negli articoli 25 e 26 – ha precisato l’assessore alla scuola del Comune di Latina, Gianmarco Proietti -. In uno Stato di diritto ad ogni diritto corrisponde un dovere: la vaccinazione del proprio figlio, oltre a rispondere al diritto alla salute del bambino, diviene un dovere nei confronti della comunità in cui si vive, in particolare modo un dovere verso i soggetti più fragili impossibilitati a sottoporsi alla vaccinazione per motivi di salute. Una comunità sana può garantire così a tutti il diritto all’istruzione altrimenti compromesso in caso di malattia. Questa introduzione per ribadire, in questa triste attualità, quanto affermato dai medici, dai ricercatori scientifici e anche dai dirigenti scolastici e cioè che per frequentare le scuole di ogni ordine e grado nella nostra città sarà necessario essere in regola con le vaccinazioni, che in campo sanitario le autocertificazioni sono dichiarazioni inutili (tanto più che il Lazio è tra le regioni con un’anagrafe vaccinale informatizzata di facilissima consultazione). La scienza non risponde alle opinioni e alle maggioranze, e la scuola, luogo di costruzione dei saperi, dovrà essere sempre guidata dal pensiero scientifico.”
“Vogliamo garantire il diritto alla salute di tutti, specialmente dei più indifesi – ha concluso Proietti -. Vogliamo agire secondo scienza, come sempre la scuola deve operare, nel pieno rispetto del miglior interesse del bambino garantendo i diritti fondamentali, quello alla salute e all’istruzione”.
Per chi violerà l’ordinanza di Coletta sono previste sanzioni che vano da 25 a 500 euro.