C’è un modo per ridurre i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e di alta diagnostica nel Lazio: copiare il modello attuato dalle Regioni Emilia Romagna e Veneto. Lo afferma il consigliere regionale pontino Giuseppe Simeone, esponente di Forza Italia, anche alla luce di recenti dichiarazioni del ministro Beatrice Lorenzin che ha ammesso che una via di uscita dal disastro liste di attesa esiste, citando ad esempio proprio le realtà più virtuose della sanità in Italia.
Simeone e gli altri componenti del gruppo di Forza Italia alla Regione Lazio avevano presentato a novembre 2016 un ordine del giorno che impegnava il presidente Nicola Zingaretti all’abbattimento delle liste d’attesa riportando le tempistiche entro i parametri della normativa vigente. Il modello Emilia-Romagna era già sul tavolo: si trattava di mettere in atto tutte le azioni necessarie, sul piano economico ed organizzativo, al fine di consentire alle Asl del Lazio la possibilità di acquistare dal privato accreditato prestazioni a tariffa calmierata consentendo agli utenti di accedere alle prestazioni specialistiche, e di alta diagnostica, pagando una tariffa pari a quella del ticket della prestazione stessa. Il consigliere Simeone ricorda però come l’ordine del giorno presentato dal gruppo di Forza Italia fosse stato “stravolto e ridotto ad una enunciazione di principio a causa della ritrosia da parte della maggioranza che ha preferito approvare un documento generale che risolvere concretamente le criticità che attanagliano la sanità del Lazio”.
Ma non è tutto perso, spiega il consigliere pontino: “Resta ferma e valida la nostra proposta contenuta nella versione originale dell’ordine del giorno. Una proposta avanzata dopo aver studiato i risultati raggiunti dal progetto avviato dalla Regione Emilia Romagna nel 2015. Un progetto che proponevamo di estendere anche a tutte le Asl del Lazio ampliando l’offerta delle prestazioni sanitarie attraverso l’apertura 7 giorni su 7 delle strutture sanitarie, pubbliche e private, dando la possibilità alle Asl di acquistare dal privato accreditato prestazioni a tariffa calmierata consentendo agli utenti di accedere alle prestazioni specialistiche, e di alta diagnostica, pagando una tariffa pari a quella del ticket della prestazione stessa. Si tratta di un progetto che ha mostrato in breve tempo risultati eccezionali. Oggi in oltre il 90% dei casi, in Emilia-Romagna, gli esami vengono garantiti ai pazienti entro 30 o 60 giorni dal momento della prenotazione, come previsto dalla legge e dal buon senso. Le file infinite per una tac o un controllo ginecologico sono state cancellate. Il purgatorio prima di una risonanza o di un test della vista è diventato un ricordo. I cittadini emiliani e veneti si sentono tutelati e non devono più sostenere costi esorbitanti, legati al ricorso alle prestazioni private, per vedere riconosciuto quello che è loro sacrosanto diritto. Il tutto a fronte della realtà del Lazio in cui, di media, l’attesa per prestazioni di alta diagnostica sfiora o supera l’anno”.
Per il consigliere azzurro a Zingaretti “manca il coraggio di scegliere e di prendere spunto da chi non solo fa, ma fa anche bene, nell’esclusivo interesse dei cittadini che è chiamato a rappresentare”. “Gli manca l’umiltà politica – conclude Simeone – ed amministrativa di ammettere che sinora nessuno dei risultati prospettati è stato raggiunto. Lo stesso coraggio, e la medesima umiltà politica, che gli chiediamo di utilizzare sin da ora, mettendo da parte l’ennesimo piano di riduzione delle liste di attesa che sarà la fotocopia stanca ed inutile dei copioni che ci ha presentato, dal 2013 ad oggi, senza riscuotere alcun successo. Gli abbiamo fornito la risposta su un piatto d’argento. A Zingaretti spetta l’onore di attuarla”.