La Sanità regionale incontra le associazioni di volontariato. In 60 hanno partecipato all’open day, il primo in Italia.
“Con il ‘Participation Act’ – ha spiegato l’assessore Alessio D’Amato – intendiamo dare una svolta significativa nella governance del sistema sanitario regionale. Promuoviamo la partecipazione delle organizzazioni di tutela dei pazienti e dei loro famigliari nella programmazione e valutazione dei servizi sanitari regionali. E’ un primo passo significativo verso una nuova gestione partecipata della sanità, siamo la prima Regione in Italia ad aver delineato una nuova stagione di partecipazione attraverso la delibera 736 del 2019”.
“Il modello Lazio, per una sanità partecipata”, questo il titolo dell’open day. Con le associazioni è stata istituita una cabina di regia che rappresenta la sede istituzionale per il confronto tra la Regione e le organizzazioni sulle politiche e le iniziative regionali messe in campo. Ed inoltre una volta l’anno si riunirà l’Assemblea delle organizzazioni di tutela dei pazienti che rappresenta lo strumento di confronto pubblico.
Delle 60 associazioni che hanno partecipato 17 riguardano malattie oncologiche, 13 le malattie rare, 7 le malattie psichiatriche infantili, 6 le malattie neurologiche, 6 le malattie respiratorie, 4 le malattie autoimmuni e reumatologiche, 3 le malattie renali croniche, 2 le malattie cardiocircolatorie e 2 il diabete e le malattie metaboliche.
“L’obiettivo è quello di migliorare e implementare il coinvolgimento dell’associazionismo e del volontariato monitorando le politiche regionali in materia sanitaria – ha spiegato Teresa Petrangolini, facilitatore della partecipazione dei cittadini presso l’assessorato regionale alla Sanità – Un percorso innovativo che vede insieme Regione, operatori e associazioni nella elaborazione, monitoraggio e valutazione dei percorsi di salute. Una sfida unica nel panorama italiano che vede il protagonismo delle organizzazioni civiche, delle associazioni di malati cronici e rari come modello di sviluppo per una sanità partecipata. Riteniamo fondamentale il ruolo delle associazioni, dei volontari e delle migliaia di cittadini che da oggi potranno avere in questo nuovo modello una possibile risposta a bisogni di salute complessi”.