A distanza di un mese e mezzo gli adempimenti della sentenza del Tar sulla lottizzazione Papi tornano in Consiglio comunale. Ma questa volta non trovano il sindaco Maurizio Lucci e la sua claudicante maggioranza che sfiancati dalla crisi non sono riusciti a deliberarli, ma trovano il commissario straordinario del Comune di Sabaudia che con i poteri dell’assise civica approva la pianificazione delle aree site in località Caterattino, determinando criteri che prevedono un’edificazione minima. La delibera numero 22 a firma del vice prefetto Antonio Luigi Quarto è identica alla bozza lasciata in eredità dall’assessore all’urbanistica Vincenzo Borrelli, andato a casa il 4 maggio scorso a seguito della sfiducia al primo cittadino.
La storia
La storia della lottizzazione Papi, nota anche come Società Agricola Pontina, attraversa 53 anni di storia urbanistica. E’ il 1963 quando la Commissione edilizia del Comune di Sabaudia approva il progetto in zona agricola, in base all’allora programma di Fabbricazione. I terreni di Papi restano in massima parte inedificati, mentre l’amministrazione comunale si organizza per dare vita al Piano Regolatore Generale. Ci vorrà il 1977 per giungere a “dama”, tra osservazioni, controdeduzioni e modifiche “imposte” dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste per le aree incluse nel Parco nazionale del Circeo. Ed è a questo punto che la proprietà dei terreni in questione scopre che la maggior parte delle aree rimaste inedificate sono destinate a verde pubblico. Inizia la guerra in sede di giustizia amministrativa, mentre le leggi cambiano e arrivano i Ptp, i Ptpr e chi più ne ha ne metta.
La sentenza
Sarà la sentenza numero 7250/2013 del Tar di Roma a segnare un punto fermo nella tormentata vicenda. E se la sconfitta è di fatto del Comune – perché si vede annullare la delibera di Consiglio del 2010 con la quale si adottava la variante al Prg relativa alla rizonizzazione delle aree site in località Caterattino, redatta secondo gli indirizzi espressi dall’Amministrazione nel 2008 ed alle disposizioni degli strumenti urbanistici sovraordinati Ptp e Ptpr (da sottolineare che il Comune, nel frattempo commissariato, non si costituì nonostante un mandato di incarico legale assegnato)- la batosta è a carico del privato: il Tar annulla, rilevando, nello specifico, la necessità di “…meglio valutare (atteso il fatto che l’affermazione contenuta al riguardo nella relazione comunale risulta non pienamente compatibile con quella della Regione Lazio) se nella specie sussistano i presupposti di applicabilità dell’articolo 63, comma 1 delle Norme tecniche attuative del Ptpr, e in particolare se nella specie si tratti di aree immediatamente confinanti con aree urbanizzate perimetrate dal Ptpr…” .
La nuova delibera
Ed è proprio sulla necessità di “meglio valutare” che trova ragione la delibera che l’amministrazione Lucci sfiduciata avrebbe voluto approvare e che invece è stata licenziata dal commissario Quarto. Ecco quindi i nuovi criteri contenuti nell’atto 22/2016 dell’amministrazione commissariale: riconoscimento della validità urbanistica alla destinazione a sede di insediamenti di alto livello turistico a carattere residenziale per le aree in questione, entro i parametri concordati nel 2014 tra l’assessorato Borrelli e la Regione Lazio e nel rispetto dei vincoli di tipo urbanistico, ambientale e paesaggistico; rispetto dei criteri pianificatori del vigente Prg caratterizzato dall’esigenza di attenuare l’edificabilità a mano a mano che il centro urbano degrada verso le zone aventi particolare pregio ambientale, con l’esigenza di limitare impatti ambientali che possano deturpare il patrimonio paesaggistico di Sabaudia, attraverso una tipologia edilizia bassa… La delibera del commissario stabilisce anche che in fase di elaborazione dell’atto di pianificazione, i volumi esistenti legittimi, dovranno essere decurtati dal volume complessivo realizzabile. Insomma a distanza di 53 anni la lottizzazione Papi sembra aver subito la radice quadrata…