Il 2 marzo alle ore 15 presso l’ex ufficio postale di Sabaudia, oggi Palazzo Mazzoni, sarà presentato il “Manuale per le case della salute” di Franco Brugnola. L’autore ne parlerà con la Sen. Nerina Dirindin, componente della commissione igiene e sanità del Senato, il Commissario straordinario del Comune dott. Antonio Luigi Quarto e il dott. Rino Giuliani, Responsabile del Dipartimento politiche sociali e sanitarie dello SPI-CGIL di Roma e del Lazio.
Nel libro viene spiegato come, allo scopo di potenziare l’assistenza primaria, sin dai primi anni del nuovo secolo in Toscana ed in Emilia e Romagna si è cominciato a sperimentare alcuni modelli la cui idea era stata lanciata inizialmente dal Sindacato CGIL in alcuni convegni e in una serie di articoli apparsi sulle riviste scientifiche. In considerazione dei positivi risultati di queste esperienze, l’allora Ministro dalla sanità Livia Turco nel 2006 lanciò l’idea realizzare delle strutture polivalenti denominate “Casa della Salute”, quali presìdi strategici dei Distretti. Nelle linee guida ministeriali le Case della salute sono definite: «Strutture polivalenti e funzionali in grado di erogare materialmente l’insieme delle cure primarie, di garantire la continuità assistenziale e le attività di prevenzione; sedi pubbliche dove trovano allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie e sociali; luogo di prevenzione e promozione della salute e del benessere sociale»
La Giunta regionale Lazio ha avviato la realizzazione delle Case della salute solo nel 2013 con il Decreto del Presidente della regione in qualità di Commissario ad acta n. 428 con il quale sono state fornite ai Direttori generali delle ASL indicazioni per la stesura degli Atti aziendali. La Casa della Salute, attraverso modalità organizzative del lavoro e di condivisione funzionale della struttura tra più professionisti, è deputata alla integrazione delle attività già svolte a livello distrettuale avvalendosi dell’impegno del MMG, del PLS, del Medico di Continuità assistenziale, degli specialisti, anche ospedalieri, e delle altre professioni sanitarie e sociali, in attività assistenziali svolte in spazi predestinati comuni e con impegno orario a garanzia della fruibilità dei servizi stessi.
In particolare ha il compito di:
• garantire una risposta ai bisogni sanitari afferenti all’assistenza primaria per almeno 12 ore al giorno e in particolare migliorare la presa in carico integrata dei pazienti con problemi di patologie croniche e degenerative;
• facilitare, tramite il distretto, la formulazione di percorsi assistenziali condivisi tra ospedale e territorio con la diretta partecipazione dei medici ospedalieri;
• fornire attività specialistiche in collaborazione con gli specialisti del territorio e ospedalieri;
• assicurare un Punto Unico di Accesso dei cittadini alla rete dei servizi e la presa in carico della domanda;
• ricomporre le separazioni storiche esistenti tra le professioni sanitarie attraverso la costituzione di equipe multiprofessionali e multidisciplinari e realizzare concretamente l’attività interdisciplinare tra medici, specialisti, infermieri, terapisti e di integrare operativamente le prestazioni sanitarie con quelle sociali;
• organizzare e coordinare le risposte da dare al cittadino nelle sedi più idonee, privilegiando il domicilio e il contesto sociale delle persone;
• sviluppare programmi di prevenzione per tutto l’arco della vita, basati su conoscenze epidemiologiche e sulla partecipazione informata dei cittadini;
• favorire il controllo collegiale delle attività, e la valutazione di risultati interni ed esterni ai servizi;
• offrire occasioni di formazione permanente degli operatori, con particolare riguardo al lavoro di equipe, anche utilizzando i fondi contrattualmente destinati alle attività formative per le specifiche figure professionali.
L’obiettivo era di aprirne 48 in tutto il Lazio, una per ogni Distretto; dopo l’inaugurazione della prima Casa della salute a Sezze Romano, in tutta la regione ne sono state aperte solo dieci di cui molte a Roma e nelle altre province. L’Azienda Sanitaria Latina, ad eccezione di quella di Sezze ed ora di quella di Aprilia (peraltro ancora in attesa di apertura), non ha ancora definito nel Piano Strategico aziendale dove collocare le Case della salute negli altri Distretti.
L’attivazione delle Case della salute mancanti consentirebbe di attuare in tutti i Distretti i Percorsi Diagnostico terapeutici assistenziali per i pazienti cronici e di realizzare la medicina d’iniziativa, un modello assistenziale di gestione delle malattie croniche che non aspetta il paziente in ospedale ma gli “va incontro” prima che le patologie insorgano o si aggravino garantendo quindi al paziente interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio puntando sulla prevenzione e sull’educazione; in sostanza il rapporto tra medico e paziente viene ribaltato prevedendo che siano i medici a chiamare a visita periodicamente i pazienti affetti da lacune patologie e a programmare i loro accertamenti diagnostici in base a protocolli terapeutici basati su linee guida elaborate dalla regione con la collaborazione delle società scientifiche.
La presentazione del libro vuole essere anche l’occasione per riportare l’attenzione su questo problema e in particolare su Sabaudia e sulla struttura dell’ex ospedale in via Conte Verde, che nel Distretto2 ha tutti i requisiti per ospitare una Casa della salute.