“La mappatura e la bonifica di tutto il territorio, costituiscono l’unico strumento veramente effettivo ed efficace per impedire che i cittadini siano esposti e sviluppino nel tempo patologie asbesto correlate che sono quasi sempre ad esito infausto. Ribadisco fortemente che l’amianto è un silicato che uccide nel tempo. Una vera e propria bomba ad orologeria che improvvisamente esplode e uccide senza fare rumore”. Parola di Antonio Dal Cin, cittadino di Sabaudia, che per un quarto di secolo ha servito lo Stato come finanziere. Affetto da asbestosi ha fatto della battaglia contro l’amianto il suo credo: la Sanità militare lo ha riformato e collocato in congedo assoluto, perché affetto da gravi patologie, tra cui l’asbestosi pleurica, malattia potenzialmente mortale, di origine professionale, contratta a seguito di esposizione a polveri e fibre di amianto, in assenza di strumenti di prevenzione tecnica e di protezione individuale, occorsa a Trieste durante i servizi resi alla Nazione dal 1992 al 2004. La sua vita è duramente compromessa, ma continua a combattere nella sua battaglia per i suoi figli e per tutti i figli di questa terra fino a quando avrà la forza dell’ultimo respiro.
Nel 2012 Dal Cin aveva chiesto al sindaco di Sabaudia Maurizio Lucci di provvedere ad immediato censimento dell’amianto in città, come previsto dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale con delibera 27/2011. “Le mie richieste, di esclusivo interesse della tutela della salute dei cittadini e della salvaguardia della salubrità dell’ambiente cittadino, non hanno trovato riscontro”, afferma oggi spiegando di aver rivolto al neo sindaco Giada Gervasi la stessa istanza. L’iniziativa, datata 11 luglio, è contenuta in una missiva avente ad oggetto “Reitera richiesta di censimento di amianto nel territorio di Sabaudia” (qui il testo integrale).