Se a Latina è guerra tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, a Sabaudia gli azzurri sembrano tenere il gioco agli uomini di Giorgia Meloni. Questa sera è andato in scena un altro atto per mettere all’angolo il sindaco Maurizio Lucci. Della mozione di sfiducia preannunciata dal Partito democratico neanche una traccia, ma l’assenza del gruppo di FdI ha dato il la all’opposizione per evidenziare ancora una volta la crisi politica. All’ordine del giorno la stazione unica appaltante con l’adesione alla convenzione del Comune di Cisterna, dopo la bocciatura della Centrale unica di committenza per la quale il primo cittadino, prendendo atto del venir meno della sua maggioranza, aveva rassegnato le dimissioni il 9 febbraio scorso. Come è andata? Nulla di fatto: il sindaco ha tenuto botta e, per la mancanza del numero legale, il Consiglio tornerà a riunirsi in seconda convocazione il 5 aprile prossimo alle 19.30. Nel frattempo restano bloccati fornitura di servizi e appalti di ogni genere superiori a 40mila euro.
In aula questa sera non è certo passata inosservata l’assenza dei consiglieri “fratelli”, Piera Polisena, Antonio Zeoli, Temistocle Belmonte e Renato Bianchi che tuttavia ha mandato una nota di giustificazione, così come la collega del gruppo di opposizione Giada Gervasi in quota a “Cittadini al lavoro”, fuori sede per motivi di lavoro. Con cinque in meno era possibile deliberare, ma il forzista Giovanni Secci che alle scorse elezioni si era presentato in concorrenza a Lucci non ha perso occasione per mettere il dito sulla piaga del nemico ormai storico. Secci ha chiesto al sindaco, in buona sostanza, di prendere atto di non avere più la maggioranza, vista l’assenza in blocco del gruppo politico con il quale da mesi è in rotta, e di ritirarsi in buon ordine. L’esponente di Forza Italia ne ha fatto solo una questione politica e di coerenza ricordando a Lucci che se si era dimesso per la Cuc a maggior ragione avrebbe dovuto farlo per la stazione unica appaltante, dal momento che Forza Italia non avrebbe partecipato al voto senza che la maggioranza ancora ufficiale raggiungesse da sola il numero legale. A questo punto è intervenuto anche l’ex sindaco Salvatore Schintu, consigliere di minoranza, distinguendo gli aspetti tecnici della delibera all’ordine del giorno dalle circostanze politiche del Consiglio in corso, dando come si suol dire una botta al cerchio e una alla botte. Schintu ha precisato, infatti, che l’atto all’esame andava necessariamente onorato vista l’importanza per l’ente e per la comunità di Sabaudia ma che al contempo, da opposizione, non poteva fare da stampella alla maggioranza. Ed allora tutti gli oppositori fuori dall’aula. Al presidente Vincenzo Avvisati, quindi, non è rimasto altro da fare che dichiarare sciolta la seduta per mancanza di numero legale. Se ne riparlerà il prossimo 5 aprile.