Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vincenzo Borrelli, assessore all’urbanistica del Comune di Sabaudia.
Da qualche centinaia di migliaia di anni la quieta superficie del lago di Paola si incanta del profilo del Monte di Circe. In epoca recente, attorno alle rive del lago viene insediata Sabaudia, la più bella, la più poetica e moderna delle città di fondazione che l’Italia del ventennio decide di realizzare. E Sabaudia ha successo, diventa una città vera, moderna, viva, non una scommessa.
Purtroppo, già prima, lo Stato Italiano aveva alienato (con atto del 22.04.1881) la proprietà del lago di Paola al Cavalier Ottavio Giachetti che nel 1883 lo vendette, con annessi terreni, a Clementino Battista antenato della famiglia Scalfati.
Il Demanio dello Stato così decideva di privarsi di un bene prezioso, quanto inestimabile, cedendone la proprietà ad un privato.
Nessuno può contestare di questi titoli e privilegi la legittimità storica, questo è il Paese del Diritto, ed è impegno di tutti perché addirittura recuperi questo imprinting di nobiltà: siamo o non siamo gli eredi legittimi del diritto romano?
Ma ci si chiede se alla luce di quello che è accaduto sulle sponde di quel lago, ed alla luce del protocollo MAB, non sia arrivato il momento di considerare l’opportunità di riflettere su questa ormai anacronistica situazione di conflittualità che imprigiona e deturpa in qualche maniera la legittimità, indiscutibile, di un rapporto diretto, naturale, innegabile della città di Sabaudia con le sue acque.
Crediamo sia giunto il momento di sedersi attorno ad un tavolo di discussione per prendere atto di questo passaggio storico.
Senza pregiudizi, per prendere atto dell’anacronismo di una gabbia giuridica cui bisognerà pur fare i conti, ma con consapevolezza, e senso del reale, della storia e dei diritti acquisiti.
E’ tempo che Sabaudia possa affacciarsi sul suo lago ogni mattina perché ne ha il diritto legittimo, legittimato ormai da quasi un secolo di quotidianità.
Prendiamone atto ed individuiamo un percorso di condivisione che permetta di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengano in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione del lago, e che consentano di superare definitivamente una conflittualità che può continuare ad arrecare solo danno.
Diamoci da fare con vero spirito collaborativo.
Vincenzo Borrelli