La famiglia Scalfati torna a chiedere il sostegno degli enti pubblici per salvare il lago di Paola, di sua proprietà dal 1888. Un sos lanciato per il risanamento del bacino e la riqualificazione del complesso storico e produttivo che lo circonda.
Il degrado imputabile a più fattori
“Il degrado della risorsa idrica e dell’ecosistema ad essa connesso – spiega Andrea Bazuro in una nota stampa, in rappresentanza della famiglia Scalfati – è imputabile a problematiche che riguardano tutti i soggetti coinvolti nella gestione del territorio e dell’ambiente. È quindi necessario coinvolgere e coordinare numerose strategie, che operano in vari settori (dal comparto agricolo e zootecnico, alla gestione urbana), ma che riguardano anche comportamenti della società civile”. Bazuro, quindi invoca il contratto di lago. Un obiettivo comune anche all’amministrazione di Sabaudia, si potrebbe dire, visto che in un recente intervento l’assessore all’urbanistica Vincenzo Borrelli ha richiamato l’attenzione sulla necessità di considerare il lago di Paola come un diritto legittimo della collettività, con la differenza che rispetto al discorso di Bazuro implica la liberazione dei laccioli dell’anacronistica gabbia giuridica.
L’apertura del tavolo
“Nello scorso mese di dicembre 2015 – afferma Bazuro – è stato conferito un incarico ad esperti del settore per la previsione degli interventi necessari. Tale iniziativa ha fatto seguito all’incontro pubblico tenutosi lo scorso 30 ottobre a Sabaudia, nel quale le istituzioni del territorio, in primis il Comune e l’Ente Parco, e gli operatori privati intervenuti, hanno dimostrato grande interesse e promesso adeguato supporto a tale iniziativa. Un primo risultato di tale percorso è stato il tavolo tecnico che si è aperto in queste settimane per la gestione e risoluzione delle problematiche che affliggono il Canale Caterattino. La collaborazione tra soggetti pubblici e privati, attivata in tale contesto, si ritiene che possa essere una metodologia da utilizzare positivamente anche per risolvere questioni più ampie e strutturali, che affliggono l’intero sistema lacustre”.
Il contratto di lago, la soluzione
Per Bazuro i contratti di lago sono una soluzione possibile, poiché “rappresentano uno strumento di programmazione negoziata e partecipata avente il fine di riqualificare i territori di un determinato bacino idrografico, o parte di esso, con interventi multi-settoriali e con il coinvolgimento su base volontaria, di tutti gli enti istituzionali e i soggetti privati insistenti su un determinato bacino”. Ed ecco allora che il rappresentante della famiglia Scalfati chiede al Comune di Sabaudia, all’Ente Parco Nazionale del Circeo, alla Provincia di Latina e alla Regione Lazio, di valutare la possibilità di attivare un percorso finalizzato alla predisposizione di un Contratto di Lago per il Lago di Paola.