Il 24 giugno scorso tre taniche con liquido infiammabile sono state lasciate davanti la sede del Parco nazionale del Circeo, a Sabaudia. Ieri il gestore di uno stabilimento balneare si è costituto e per oltre un’ora ha risposto alle domande dei pubblici ministeri, in Procura.
Accompagnato dai suoi legali, tra i quali Gaetano Marino, si è presentato spontaneamente negli uffici di via Ezio e avrebbe ammesso di aver portato i contenitori con il carburante agricolo e la lettera con i proiettili all’interno. Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Latina, erano arrivate ad una svolta quando è stato estrapolata una traccia di dna che avrebbe potuto portare all’individuazione del responsabile. Diverse anche le intercettazioni raccolte. I sospetti sulla persona che si è costituita ci sarebbero stati da tempo. L’uomo, che gestiva un’attività su un’area privata sulla spiaggia della città era stato colpito più volte da sequestri, denunce e controlli e in qualche caso avrebbe alzato la voce contro gli operanti.
Su un lotto di area privata il sospettato aveva un noleggio libero di ombrelloni e lettini, ma negli anni aveva creato un vero e proprio stabilimento balneare con opere amovibili. C’erano il bar, i bagni, le docce, e poi la musica anche fino a tarda notte. Più di qualcuno si era lamentato. L’anno scorso tutto era stato sequestrato, ma il provvedimento non era stato convalidato dal giudice. I controlli sono però continuati, perché sembra che la mattina gli ombrelloni si trovassero già sistemati in fila sulla spiaggia libera.
Spiaggia, e questa è la cosa più assurda di tutta la vicenda, in concessione proprio al corpo forestale. Utilizzata per tanto tempo dalla scuola della forestale, era stata poi lasciata libera negli ultimi 7 o 8 anni.