Venerdì 4 novembre alle 21.15, presso il teatro comunale di Roccagorga in piazza VI Gennaio, ci sarà la presentazione del libro fotografico ‘Littoria, la prediletta del Duce’ di Cesare Bruni, sottolineando quel particolare rapporto che aveva il capo del governo Mussolini con la città da lui inaugurata e che fu il fiore all’occhiello delle città nuove. L’incontro verrà moderato da Luca Dottori, presidente dell’associazione L’Aratro, e da Mario Romanzi, consigliere comunale, oltre alla presenza dell’autore.
Il libro fotografico ‘Littoria, la prediletta del Duce’ (omicron edizioni) è una galleria di fotografie e di giornali dell’epoca che testimoniano tutte le volte che il capo del governo del regime fascista Benito Mussolini venne a Littoria. Ma non è chiaramente un libro agiografico, è un album storico, redatto e confezionato da Cesare Bruni, collezionista e appassionato delle Paludi Pontine e dell’Agro redento, e curato da Gian Luca Campagna, giornalista.
Il Duce Mussolini forse non s’era innamorato a prima vista di Littoria. L’aveva osservata in lontananza con una sufficienza dettata dal flop delle prime città di fondazione sorte in Sicilia, tant’è che aveva ceduto l’atto della primogenitura al deputato Orsolini Cencelli, che il 30 giugno del 1932 aveva posato la prima pietra per la fondazione di quello che comunque doveva essere un grande centro agricolo, con attorno borghi e villaggi satelliti. Ma poi il Duce se n’era innamorato, al pari delle belle donne che evidentemente già possedevano i cromosomi futuri di quelle splendide creature che sono oggi le donne pontine. E per questo Benito Mussolini non aveva resistito al fascino dell’Agro Pontino: vi tornò diverse volte, in diverse pose, dalla mietitura ai discorsi, dalle adunate alle inaugurazioni di edifici e industrie, ponendola sempre come esempio futuro per un’Italia che tra tanti interrogativi e molte difficoltà forgiava una propria dignità nel microcosmo dell’autarchia.
Cesare Bruni, collezionista e appassionato di cimeli, oggetti, immagini, documenti legati al periodo fascista di Littoria, invece ha sempre frequentato ambienti della destra radicale, tant’è che la sua passione politica poi è sfociata anche nel ruolo di consigliere comunale (prima nelle fila di Alleanza Nazionale e indipendente, poi). Dice l’ex consigliere comunale di Latina su come è nato questo progetto editoriale: “Mentre nel 70° dell’uccisione di Mussolini, allestivo la mostra sulla sua vita, dal socialismo attraverso l’interventismo e la guerra fino al fascismo e a Piazzale Loreto, guardando le decine di quotidiani, di riviste, di foto e cartoline che ritraevano il Duce a Littoria e nell’Agro Pontino, mi sono reso conto una volta di più del legame speciale e unico che si creò tra Mussolini e Littoria. Un legame certamente non così stretto nel momento iniziale del concepimento della città ma che, indubbiamente, dall’autunno del 1932 in poi non cessò mai di alimentarsi e di crescere. Il regime fascista ed il Duce fecero della ciclopica opera di bonifica e redenzione delle paludi pontine e della costruzione delle città nuove il maggior biglietto da visita dell’Italia nuova e moderna. E le tante visite di Mussolini, accompagnate da tutta l’imponente ed efficiente macchina propagandistica fascista, resero l’opera di bonifica e costruzione una vera epopea, donando a Littoria una storia unica ed importante, anche se breve nel tempo. Nel dopoguerra il ruolo di Mussolini in questa storia sparisce perché sparisce la storia stessa di quest’epopea, facendo solo saltuariamente capolino qua e la. Mi venne in mente allora, in aprile alla mostra, l’idea di un’iniziativa, piccola e senza alcuna velleità, che attraverso le immagini, riscoprisse quel legame tra il Duce e Littoria ed insieme facesse riemergere quel pezzo di storia che fece di Littoria una città straconosciuta in Italia e all’estero. Anche questo legame speciale è stato ed è parte della storia di questa città e come tale va restituito alla storia”.
Un legame particolare che Benito Mussolini giornalista, all’epoca direttore de L’Avanti! ebbe anche con Roccagorga, quando sfidando il potere scrisse articoli sulla vergognosa strage del 6 gennaio 1913 avvenuta proprio nel paese lepino, prendendo le difese delle classi contadini contro l’arroganza del potere locale. Fu merito del Mussolini giornalista se quella strage di 7 poveri contadini ebbe l’eco nazionale.