Campagne suggestive, distese di verde lontane dalla città, dalla Capitale prima di tutto, che si stendono fino a Latina, attraversando anche Aprilia e Pontinia. Luoghi quasi inabitati, sconosciuti ai più e quindi “terreno fertile” però per gli illeciti. Non così raramente a quanto pare vengono utilizzati per nascondere rifiuti che smaltire costerebbe “troppo”.
E allora, se il cittadino spesso preferisce lasciare abbandonati elettrodomestici ingombranti, resti di lavori edili, e immondizia di vario genere, c’è chi usa questi campi per interrare rifiuti che scottano, o che “fumano”, come quanto emerso nell’ultima inchiesta della Dda di Roma, Smokin’ fields.
E i residenti, ma anche i turisti, non sono tutelati. Un’idea purtroppo ancora troppo radicata quella di aggirare le leggi per risparmiare sullo smaltimento dei rifiuti, e davvero a nessuno importa se questo crea all’ambiente a al territorio in cui vivono e in cui vivranno figli e nipoti, un danno spesso irrimediabile.
Una gestione scellerata, in cui l’unico obiettivo non è preservare l’azienda, svolgere un servizio pubblico necessario, tutelare il territorio nel miglior modo possibile, ma quello di accumulare denaro.
I siti inquinati e non bonificati sono tantissimi e in Italia succede anche che spesso se ne “dimentichi” qualcuno e sopra si ricominci a coltivare frutta o verdura o a costruire abitazioni. Come è accaduto ad Aprilia, dove le discariche (siti noti quindi) da bonificare sono ben 6.
I fondi proprio non si riescono a trovare per azioni così dispendiose e di lungo termine che non possono neanche portare voti al politico di turno. E i cittadini davvero sono inermi davanti a tutto questo.