Il Partito democratico pronto ad una mobilitazione per la tutela dei territori delle province del Lazio: “Il Lazio non è una servitù per l’incapacità del sindaco di Roma Virginia Raggi”.
La battaglia parte da Latina, con in testa il segretario provinciale dem Claudio Moscardelli, il responsabile dell’esecutivo provinciale del partito Vincenzo Giovanni, i consiglieri regionali Pd Enrico Forte e Salvatore La Penna, e si muove sulla scia di quelli che potrebbero essere gli effetti dell’ordinanza emessa ieri dal presidente Nicola Zingaretti per consentire all’Ama di ripulire la città “aprendo” gli impianti nelle province. Un provvedimento obbligato, con tanto di intervento del ministro all’Ambiente pentastellato, che evidentemente è mal digerito all’interno del partito del presidente che ne è anche segretario nazionale.
“L’Amministrazione Comunale di Roma – scrivono in una nota stampa i cinque esponenti pontini del Pd – non è in grado di gestire il servizio e non può continuare a trasferire in Italia e fuori dell’Italia i suoi rifiuti. Abbiamo concordato con il Presidente della Provincia Carlo Medici (anche lui del Pd, ndr) l’attivazione di forme di mobilitazione e un coordinamento con le altre Province a partire da quella di Frosinone per approntare strumenti ed iniziative a salvaguardia dei territori provinciali”.
L’ordinanza del Presidente della Regione Lazio per far fronte all’ennesima emergenza sul fronte rifiuti per la città di Roma, per i dem pontini “rende non più tollerabile una condizione di servitù per il Lazio”. Parlano di incompetenza e incapacità dell’attuale sindaca Raggi sul fronte rifiuti: “Incapacità e competenza conclamata che si riversa sui cittadini delle province. Il Lazio non può diventate pattumiera di Roma ma non è possibile continuare con questa impostazione di emergenza che è diventata l’ordinarietà a danno delle province. La Provincia di Latina, peraltro, è l’unica Provincia che si è dotata del piano rifiuti provinciale ed in sintonia con le linee guida del piano regionale”.
“Le linea guida approvate dal Consiglio regionale e il piano regionale che è in corso di valutazione Vas hanno dato un quadro programmatorio moderno ai territori con la previsione di cinque ambiti entro cui dare per ciascun ambito una risposta di governo efficiente del servizio. Ogni ambito deve essere autosufficiente dotandosi degli impianti necessari sulla base della produzione dei rifiuti, della quota di differenziata e del residuo che c’è da trattare”, ricostruisce il Pd aggiungendo che la Provincia di Latina produce poco meno di 300mila tonnellate di rifiuti, ha il 45% di raccolta differenziata e ha impianti di trattamento autorizzati per un volume triplo di quello necessario alla Provincia di Latina”.
Ed è proprio a questo punto che il partito democratico pontino si pone una domanda: a che serve avere il triplo autorizzato e altre richieste di autorizzazione se non quello di farci fare la fine della discarica di Roma?
“È ora di dire basta – montano così la polemica contro il sindaco di Roma, espressione dei Cinque stelle – . La solidarietà vale per l’emergenza e non per l’emergenza costante per incapacità di chi governa Roma. Impianti e discariche che occorrono debbono essere allocati e realizzati a Roma per servire i cittadini romani. Occorre una mobilitazione delle province perché ci sia assunzione di responsabilità. L’emergenza di Roma non è di oggi è non è la prima volta”.
“Per Roma città metropolitana, la Regione nelle linee guida del nuovo piano ha previsto un ambito specifico, visto il volume di rifiuti prodotti, e si deve diventare autosufficenti attraverso le indicazioni di aree idonee per la realizzazione di impiantistica. A Roma c’è un problema di organizzazione della raccolta e dopo l’incendio al Salario c’è il tema del centro di trasferenza oltre al complesso dell’impiantistica”.