Le indagini, coordinate dalla Dda di Roma, che questa mattina hanno portato all’esecuzione di 23 misure cautelari, 13 arresti ai domiciliari e 10 obblighi di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, e al sequestro preventivo di 25 autocarri, hanno fatto luce su un presunto traffico illecito di rifiuti gestito a partire dal centro di raccolta Ama di Mostacciano (Roma).
Dalle indagini, avviate dalla Polizia Locale di Roma nel 2017, sarebbe emerso che tre dipendenti Ama sarebbero stati pagati affinché facessero entrare nel centro di Mostacciano dipendenti o autisti di società edili, artigiane e commerciali, per gettare nelle vasche rifiuti senza versare la quota dovuta per il loro smaltimento. Un danno alla collettività, ai cittadini utenti costretti a pagare in tassa anche per questo smaltimento abusivo.
Le indagini avrebbero anche accertato che tutto il materiale ferroso, gli elettrodomestici e altri oggetti, comprese le batterie scariche, venivano portati via dal centro di Mostacciano e rivenduti presso strutture di rottamazione che li prendevano senza registrarli. Coinvolto un centro rottami di Cisterna dove sarebbero stati portati i rifiuti “sottratti” al centro di Mostacciano. I dipendenti Ama indagati sono accusati anche di questo secondo passaggio, per peculato, insieme con gli appartenenti a una famiglia rom che svolgevano esattamente l’attività inversa degli autisti delle ditte: questi ultimi avrebbero conferito rifiuti illegalmente, gli altri li avrebbero ritirati sempre illegalmente in un ricircolo fuori legge. In 18 mesi sarebbero stati accertati 208 conferimenti per un guadagno di 52mila euro.