Dell’azienda speciale per la gestione del servizio rifiuti di Latina neanche l’ombra. Mancano 10 giorni alla scadenza dell’esercizio provvisorio concesso dal Tribunale alla Latina Ambiente e il Consiglio comunale non ha ancora revocato la delibera di fine stagione Di Giorgi, con la quale si prevedeva l’affidamento del servizio attraverso gara europea.
L’amministrazione in carica confida in una proroga dell’esercizio provvisorio della società fallita per affidarle nuovamente il servizio fino alla costituzione dell’azienda speciale che ha intenzione di realizzare per gestire i rifiuti anziché ricorrere ad un soggetto economico esterno. Sulla proroga dell’esercizio provvisorio, richiesta dall’amministrazione comunale e avallata dalla curatela fallimentare, deciderà il giudice. Ammesso che l’istanza sia accolta, chi firmerà la proroga del servizio?
L’ultima o meglio le ultime, considerando i servizi “accessori”, sono state firmate a fine marzo sulla base del Pef del servizio rifiuti – approvato il giorno prima in Consiglio comunale – nel quale era prevista la costituzione ad hoc di un’azienda speciale. Come è noto la giunta – con apposita deliberazione – ha affidato studio di fattibilità e costituzione dell’azienda speciale al centro interdipartimentale “Raffaele D’Ambrosio” (Laboratorio di urbanistica e pianificazione del territorio -Lupt) dell’Università degli studi di Napoli Federico II il cui lavoro non è ancora dato sapere a che punto sia. Il dirigente che sarà chiamato a firmare nuovamente la proroga del servizio alla fallita Latina Ambiente in regime di esercizio provvisorio, ammesso che sarà nuovamente accordato? Sulla base di quale nuovo atto sarà legittimato l’ulteriore affidamento? Si ricorrerà all’urgenza? Non si sa. Ieri in commissione Ambiente si è parlato di alberelli.
Oggi il consigliere capogruppo di Fratelli d’Italia, intanto, ha protocollato un’interrogazione sulle modalità di affidamento dell’appalto di servizi professionali per la costituzione dell’azienda speciale. L’iniziativa dell’esponente di opposizione scaturisce da un recente pronunciamento di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, chiarendo che incarichi di ricerca e studio agli atenei o altri soggetti pubblici economici devono essere affidati con le procedure ad evidenza pubblica. “Un passaggio che non c’è stato nel caso del centro interdisciplinare dell’università partenopea”, commenta il consigliere Calandrini secondo il quale non basta che l’importo sia sotto-soglia (39mila euro, nel caso specifico). Secondo quanto afferma il capogruppo di FdI sarebbe stato opportuno procedere con un avviso pubblico di manifestazione di interesse e poi procedere ad eventuale scelta, invece per l’incarico al professor Alberto Lucarelli si sarebbe proceduto in maniera diretta.