Saranno esposti al pubblico per la prima volta i reperti archeologici dell’antica necropoli di Caracupa, che restituisce lo spaccato di una civiltà pressochè sconosciuta che ha abitato il territorio di Sermoneta tre millenni fa.
Il Comune di Sermoneta, sotto la direzione scientifica del Soprintendente dott. Saverio Urciuoli, e del Funzionario di zona dott. Francesco Di Mario, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti, ha organizzato nell’ambito del finanziamento regionale del progetto “Sermoneta World”, tramite l’Associazione Culturale Educativa For Heritage, una mostra permanente dal titolo “Caracupa. Vivere oltre la morte”.
Allestita nel Museo della Storia della Ceramica di Palazzo Caetani, la mostra sarà preceduta da una presentazione presso la Chiesa di San Giuseppe di Sermoneta il 16 dicembre 2017 alle ore 16.
L’idea della mostra nasce con l’obiettivo di esibire al grande pubblico, soprattutto quello di Sermoneta, l’immagine di una comunità che più di 2800 anni fa abitava il loro stesso territorio. L’importante necropoli di Caracupa era nota nella letteratura scientifica già dall’inizio del secolo scorso quando si rinvennero un centinaio di tombe sui terreni di pertinenza dell’Abbazia di Valvisciolo non troppo distante dalla vecchia stazione ferroviaria. L’esposizione tuttavia riguarda soprattutto un piccolo nucleo che ha restituito una quindicina di tombe databili nel corso dell’VIII secolo a. C. Il recupero delle tombe, diretto scientificamente dalla ex Soprintendenza Archeologia del Lazio, ha visto la sentita partecipazione di alcuni giovani della locale sezione del Gruppo Archeologico ai quali si deve dare atto di uno sforzo che li ha impegnati per più campagne di scavo tra il 1995 e il 1999.
Per la prima volta saranno esposti un gruppo di tombe portatrici dei principali caratteri di genere maschile e femminile della società antica. All’ideale del guerriero armato il rituale funerario affianca quello dell’esibizione della ricchezza espressa nelle complesse parure di monili in ambra, pasta vitrea, oro e argento, indossate dalle donne. Da un punto di vista archeologico i corredi denunciano una piena partecipazione alla cultura laziale e nello stesso tempo ammettono un’apertura verso ambienti geografici meridionali, tracciando una via di traffici che dall’area Enotria arrivava in Campania e trovava qui un passaggio preferenziale.
Con questo evento, la cui finalità è anche la costituzione di un locale museo civico, di cui la mostra ne rappresenta i prodromi, si restituisce alla città uno spaccato di storia del nostro territorio, un passato ancora tutto da scoprire e che viene idealmente consegnata alle nuove generazioni, che avranno il compito di approfondire e tramandare le informazioni, usi e tradizioni sulla Sermoneta di oltre duemila anni fa.