“Questa è la volta buona”. Il sindaco di Ventotene Geppino Assenso, nel bel mezzo dei preparativi per l’arrivo del premier, si mostra estremamente fiducioso nella visita che servirà a rilanciare il progetto di restauro del carcere borbonico. “E’ un’occasione unica – afferma con un pizzico di eccitazione -, sento che questa volta non si tornerà indietro”.
Il programma
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi arriverà sull’isola, insieme al ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti sabato 30 gennaio. Per il sopralluogo all’”ergastolo” (così viene chiamato a Ventotene il carcere borbonico) di Santo Stefano sarà messa a disposizione una motovedetta dalla Capitaneria di Porto, secondo i piani coordinati dalla Prefettura di Latina. E’ prevista una conferenza nella sala polivalente del Comune, dove il gruppo sarà ricevuto con un benvenuto istituzionale della banda di Ventotene prima dell’avvio degli interventi volti a spiegare le ragioni della visita e ad illustrare in sintesi il progetto di recupero del carcere.
L’Europa
“L’Europa riparta dallo spirito di Ventotene. Insieme pronti per affrontare questa sfida di civiltà e solidarietà”. Così “tweettava” il governatore del Lazio mentre il premier Renzi riferiva all’assemblea generale del Pd, l’estate scorsa, di essere d’accordo con Zingaretti per un’iniziativa sull’Europa a Ventotene, dove tutto è cominciato”. Un buon proposito in vista del trentesimo anniversario della morte di Altiero Spinelli (23 maggio 1986). Ma sarà in aperta polemica col presidente della commissione europea Jean Claude Juncker che Renzi riaggancerà Ventotene. La scorsa settimana, infatti, durante una conferenza a Palazzo Chigi il grande annuncio: presto una visita sull’isola per il progetto di restauro del carcere borbonico. Ma i valori dell’Europa non si dissiperanno al Maestrale. Nel mondo c’è un gran bisogno di quel Manifesto per un’Europa libera e unita. Un documento di straordinaria attualità politica che darà forza all’Europa che verrà, ripartendo appunto da quel penitenziario diventato simbolo di libertà di pensiero e dei diritti negati.
Ventotene
L’isola di Santo Stefano, Comune di Ventotene, nel 2008 è stata dichiarata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Monumento nazionale e nel 2013 Patrimonio storico-artistico dell’Europa. Il carcere borbonico, realizzato nel 1795 per separare fortemente i detenuti dal resto della società, è l’unica struttura che la occupa a parte qualche rudere. L’”ergastolo” durante il Fascismo fu utilizzato per la detenzione dei dissidenti politici, per poi essere definitivamente chiuso nel 1965. Gioiello architettonico a forma di anfiteatro, la prigione borbonica è caduta negli anni in un profondo abbandono e necessita di interventi di ristrutturazione per impedirne la cancellazione della sua storia. Il progetto che il Governo Renzi intende rilanciare si basa sul consolidamento statico e la messa in sicurezza dell’intero complesso monumentale, con il miglioramento dei sentieri e degli accessi per le visite dei turisti, il recupero dei depositi idrici minimi ed una prima dotazione elettrica. Questo nella prima fase. Il piano prevede inoltre il restauro conservativo della struttura per la realizzazione del Centro museale internazionale dei diritti dell’uomo e le attività di documentazione, un moderno museo dedicato alla sua storia e, più in generale, alla storia del sistema penitenziario, con la presenza di installazioni multimediali interattive che rievochino i principali aspetti della vita quotidiana all’interno del carcere, o tematiche particolari. Il progetto che sarà finanziato con fondi europei, attraverso il Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) prevede parallelamente il supporto logistico su Ventotene per le diverse iniziative, con attività formative e di convegnistica su tematiche mirate, alla ricerca ed alla tutela dell’ambiente marino e terrestre che già dal 1999 è Riserva statale (marina e terrestre) e Sito di importanza comunitaria e Zona di protezione speciale. Va da sé che per la riuscita del piano sarà determinante l’Europa in tutti i suoi significati.