Commissariamento sventato. La Regione Lazio, attraverso una determina del direttore Politiche ambientali e gestione dei Rifiuti, Flaminia Tosini, ha individuato nelle discariche di Civitavecchia (Fosso Crepacuore) e Colleferro (Collefagiolara) la risposta alle due sentenze del Tar che due anni fa aveva condannato l’ente a individuare una rete integrata e adeguata di impianti, tra cui discariche per lo smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi, e ad aprile aveva intimato di eseguire quella sentenza entro sessanta giorni pena la nomina di un commissario ad acta, individuato nel prefetto di Roma, Paola Basilone. Ne dà notizia l’agenzia Dire con un lancio di questo pomeriggio.
L’iter giudiziario era stato avviato da Rida Ambiente, azienda proprietaria del Tmb di Aprilia che contestava il fatto di non vedersi indicata dalla Regione una discarica nella quale potere conferire gli scarti del trattamento di quell’impianto. La soluzione alla vicenda è arrivata a 13 giorni dalla scadenza dei termini della sentenza del 24 aprile scorso (la determinazione è di lunedì) ed eè stata trovata all’interno degli impianti di discarica già esistenti e autorizzati dalla Regione perché, come si legge nella determinazione, “nella fattispecie oggetto di ottemperanza ci si riferisce a ‘smaltimento di rifiuti del trattamento dei rifiuti urbani in discariche attualmente esistenti e operanti in ambito regionale'”, segno evidente che questa vicenda aveva poco o nulla a che fare, ad esempio, con la necessità di individuare una discarica nel territorio dell’area metropolitana di Roma per gli scarti del trattamento dei Rifiuti della Capitale.
Le discariche attualmente autorizzate nel Lazio sono 5: in località Cerreto (comune di Roccasecca, provincia di Frosinone), Albano, Colleferro, Civitavecchia e Viterbo. Ma nella determina viene sottolineato che “la discarica situata nell’Ato di Frosinone è in via di esaurimento e a servizio dell’impianto pubblico della Saf; la discarica situata nell’Ato di Viterbo è a servizio dell’impianto Tmb di Viterbo che assicura il trattamento per i comuni della provincia di Viterbo, Rieti e dei comuni siti a nord della Provincia di Roma, è che comunque non appartiene ad Ato limitrofo a quello cui è collocata la società Rida Ambiente.
La discarica di Colleferro, che è stata utilizzata dalla Rida Ambiente fino al completamento delle volumetrie utilizzabili per la presenza di elettrodotti, al momento ha i conferimenti sospesi fino all’avvenuto spostamento degli elettrodotti che interessano il sito di discarica.
La discarica di Albano ha volumetria disponibile per circa 250.000 metri cubi ma la società che gestisce tale impianto è oggetto di interdittiva antimafia; la discarica di Civitavecchia è stata oggetto di contenzioso definitivamente concluso di recente, non ha attualmente volumetria disponibile per esaurimento delle vasche realizzate ma è stato avviato il completamento del bacino già autorizzato.
Sulla base di questi dati, la Regione ha quindi individuato nella discarica Fosso Crepacuore 3 a Civitavecchia, “a far data dall’1 luglio 2018 per una capacità residua disponibile di circa 160.000 tonnellate nei lotti 2 e 3”, e nella discarica di Collefagiolara “a far data presumibilmente dal prossimo novembre 2018 per circa 600.000 cm” gli impianti della rete integrata ed adeguata per lo smaltimento dei rifiuti del trattamento dei rifiuti urbani, ritenendo in questo modo di eseguire le due sentenze del Tar. Inoltre nella determina viene evidenziato che “è in corso il più ampio procedimento di rielaborazione del piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio”, dato atto della “immediata possibilità di smaltimento fuori regione dei rifiuti speciali” e della “disponibilità della Regione Lazio a sottoscrivere accordi per lo smaltimento fuori regione dei rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani che non hanno cambiato la propria natura”.
Tuttavia, la querelle tra Rida e Regione potrebbe non terminare qui sia perché nella determina la Regione ha deciso di “rinviare la determinazione della tariffa di accesso (alle discariche, ndr), nel rispetto dell’applicazione del decreto commissariale 15/2005 smi, a successivo provvedimento da adottare in data antecedente all’inizio dei conferimenti” sia perché l’autorizzazione della discarica di Civitavecchia sembrerebbe porre un limite del 10% ai conferimenti di rifiuti provenienti da altri Ato. In questo caso, quindi, il problema di Rida Ambiente non verrebbe risolto e non si potrebbe quindi escludere un nuovo ricorso al Tar.
“Il provvedimento è stato trasmesso ieri a tutti i soggetti interessati – ha spiegato il direttore Tosini in occasione di un evento sui rifiuti di Roma e Lazio- ma è una soluzione a breve termine che consentirà di arrivare alla gestione dei rifiuti prodotti in questo periodo negli impianti esistenti”.