Le Sardine dicono No al taglio dei parlamentari e quindi si schierano contro il referendum costituzionale che si terrà 20 e 21 settembre.
“Tagliando il numero dei parlamentari – spiega il movimento – si mettono in discussione le fondamenta della democrazia parlamentare, con la sua capacità di esprimere il pluralismo e la complessità della società. In un modello maggiormente orientato alla decisione che alla discussione (come quello cui stiamo andando incontro negli ultimi anni) verrà sminuito uno degli elementi imprescindibili della cosa pubblica. Il problema attuale dei nostri rappresentanti non è il sovrannumero, come i populisti vogliono farci pensare, ma la qualità del dibattito e della classe dirigente“.
Quattro i motivi principali per il No delle sardine: il problema della rappresentanza (“con il taglio dei parlamentari verrebbe fortemente indebolito questo principio e con lui la centralità del Parlamento, e dunque del popolo, nel sistema costituzionale e democratico”); “Riducendo i parlamentari a una voce di costo si fa un grave errore. La democrazia e la libertà non si svendono in cambio di un piatto di lenticchie. Nel nostro sistema, la libertà e la democrazia si manifestano anche e soprattutto con la rappresentanza in Parlamento. Questa riforma reazionaria porterà un risparmio in termini di impatto sulla spesa pubblica di 1,35€ per ogni cittadino“; il tema dell’efficienza: “Molte leggi sono state varate in tempi brevi, ma questo è sinonimo di efficienza? Le discussioni parlamentari sono un valore e la velocità esecutiva non è efficienza se sacrifica la rappresentanza democratica. Inoltre, le commissioni permanenti sono e resteranno 14, per cui un parlamentare dovrà prendere parte a più commissioni”.
Le Sardine spiegano anche che non sarà una legge elettorale a mettere una toppa: quella che resta è la Costituzione, le leggi elettorali cambiano quasi al pari dei governi.